sabato 25 febbraio 2017

Da Pianca a Cantiglio, sulle tracce di un sentiero partigiano

Ogni volta che salgo a Cantiglio sento l'odore della Storia.  E' forte e violento, sente di polvere da sparo, di cascine e fienili bruciati.  Nella gelida notte del 4 dicembre 1943, fra questi boschi, le pattuglie nazifasciste tesero un'imboscata ai partigiani della X° Brigata Garibaldi, massacrandone tre e catturandone altri quattro, poi deportati in un campo di concentramento tedesco.

La Pianca dal sentiero verso Cantiglio
(ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)

Sui passi della Storia
Nei pressi della chiesa della frazione Pianca di San Giovanni Bianco (810 m) parte il sentiero che, in direzione est, procede a mezzacosta con percorso quasi pianeggiante.   E' la stessa traccia percorsa da una delle squadre nazifasciste impegnate nelle operazioni di rastrellamento di quella notte. A tarda ora hanno buttato giù dal letto il parroco della Pianca e, sotto la minaccia delle armi, lo hanno costretto a far loro da guida per scovare il nascondiglio dei partigiani.
Il sentiero prosegue tortuoso, attraversando numerosi costoni e vallette, scendendo fino al suo punto più basso: la valle del Bodar (760 m).  Sul fondo si può intuire la provinciale che, attraverso l'orrido, porta in Val Taleggio.  Altri due manipoli di nazifascisti sono partiti rispettivamente dal Ponte del Becco e dalla Val Taleggio. Sanno che troveranno i partigiani tra i prati e le cascine di Cantiglio e li stanno serrando in una tenaglia mortale.
Cantiglio (ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)
Un minuscolo borgo distrutto e ricostruito
Dalla Valle del Bodar, il sentiero sale con più decisione, attraversando un bel bosco ceduo e costeggiando alcuni prati, per condurre infine a Cantiglio (1.082 m), dove ci aspettano poche baite, una fontana e la Chiesetta di San Lucio, risalente al 1870.   I nazifascisti colsero di sorpresa i partigiani. Tre di loro,che accennano ad una reazione armata, vengono trucidati sul posto. Quattro vengono invece circondati e catturati. Qualcuno riesce a fuggire, probabilmente dileguandosi verso i contrafforti del Monte Cancervo che, anche in passato, è stato prodigo di nascondigli per briganti e assassini. I rastrellatori, nel frattempo, completano l'opera saccheggiando ed incendiando tutte le baite e la chiesetta del minuscolo borgo.
Traccia dell'itinerario, tratta dalla tavola 04
della Carta Turistica-Escursionistica della Provincia di Bergamo.
Si ringrazia per la concessione
Info tecniche:
Partenza: Parcheggio della Chiesa di Pianca (810 m)
Dislivello: all'andata, con i diversi saliscendi, si superano i 400 m di dislivello in salita e i 150 in discesa. Al ritorno, esattamente il contrario.
Durata:  Quasi due ore per la sola andata. Un'ora e mezzo il ritorno.
Altre note: Più volte abbiamo cercato di pranzare alla Trattoria Begnis, l'unico locale pubblico della Pianca di San Giovanni Bianco.  Ma, poiché ci ostiniamo a non prenotare, non abbiamo mai trovato posto.  Il fatto che sia sempre piena, mi sembra un ottimo biglietto da visita e, in ogni caso, due passi in questa frazione valgono la pena.
Cartografia: Carta escursionistica della Provincia di Bergamo-tavola 04.


Monte Cancervo (ringrazio il sito Valbrembanaweb per l'autorizzazione alla pubblicazione)


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