L'altipiano di Selvino nasconde molti tesori. Con questa escursione scopriremo il microcosmo dolomitico della Cornagera partendo da un piccolo borgo che ha custodito uno splendido segreto per oltre settant'anni.
Il torrione Longo, in Cornagera. |
L'itinerario parte dal piccolo parcheggio della frazione di Ama (924 m) posto di fronte alla trattoria delle Tre Corone. Per la sua posizione altamente panoramica ed in seguito allo sviluppo urbanistico legato alla politica turistica delle seconde case, Ama ha subito una notevole trasformazione rispetto al passato. Durante la seconda guerra mondiale il borgo era costituito da poche case in pietra, abitate da un centinaio di abitanti. Nel 1943, cinque famiglie di religione ebraica, diciassette persone in tutto, trovarono rifugio ad Ama e furono protetti dalla discrezione di tutta la popolazione. Il segreto rimase tale fino alla Liberazione e, successivamente, per tutti gli anni a venire fino al 2016, quando la vicenda fu resa nota dalla pubblicazione di un libro. Nelle note in calce al post trovate ulteriori informazioni sulla vicenda.
Il borgo di Ama, visto dal sentiero di salita. |
Sin dal parcheggio è evidente la segnaletica del sentiero CAI n. 537 che si inoltra nel bosco e, tramite una bella mulattiera gradinata porta, in una ventina di minuti, alla località Cantul (1015 m). Qui si attraversa la strada asfaltata per entrare in un grande parcheggio a lato del quale il tracciato riprende a salire nel bosco, ora più fitto. Dopo circa un quarto d'ora si incontra un bivio. Entrambi i sentieri portano alla vetta della Cornagera e sono classificati EE (per escursionisti esperti).
La croce di vetta della Cornagera. |
Prendiamo a sinistra il segnavia 537/A che, con alcuni strappi, remunerativi ma senza particolari difficoltà, aggira il massiccio risalendolo da ovest. Dopo circa un'ora da Cantul si arriva ad un colletto dal quale, tenendo la destra, in pochi attimi ci si trova di fronte alla croce che campeggia sulla cima della Cornagera (1311 m). Bellissimo il panorama su Ganda, sui monti Rena e Misma e sulla bassa Valle Seriana. Particolare anche il colpo d'occhio sul nucleo di Amora, di cui si narra che le sue case furono imbiancate per ricordare il gesto galante di un gruppo di rocciatori che, dopo essersi arrampicati sulle guglie della Cornagera, lanciarono sul paese numerosi cesti colmi di fiori alpestri per omaggiare le ragazze del borgo.
Il paesino di Amora, visto dal punto dove probabilmente i rocciatori hanno lanciato i cesti floreali. |
Dalla vetta ci si dirige verso nord, percorrendo in cresta il tratto più impegnativo, che giustifica la classificazione "per escursionisti esperti". Siamo sul segnavia CAI n. 521, che va seguito con attenzione, anche se è forte la tentazione di ammirare le guglie dolomitiche che si vanno via via palesando. In questi casi si consiglia di fermarsi, guardare quanto si vuole e, ripreso il cammino, di concentrarsi su dove si mettono gli scarponi. Al termine della dorsale cespugliata si scende da una paretina rocciosa, al termine della quale si ritrova il segnavia 537, che ci accompagna all'interno di un labirinto di roccia, delimitato da ripide pareti ed imponenti torrioni rocciosi.
Nel buco della Carolina. |
Al limite settentrionale del labirinto si incontra il mitico "buco della Carolina", uno strettissimo pertugio di roccia che, nel tratto finale, consente a stento il passaggio di una singola persona. Usciti a rivedere la luce, si sale brevemente a destra per arrivare sulla larga sterrata di servizio dell'ovovia e delle piste da sci. La si risale fino al grande rifugio del Poieto (circa tre quarti d'ora dalla cima della Cornagera). Dai prati del rifugio si sale in breve alla cima del monte Poieto (1360 m) dove si trova una cappelletta ed un panorama a 360° sulle prealpi orobiche.
I prati del Poieto. |
Ridiscesi al rifugio ed alla stradina sterrata, si ritorna al bivio che, a destra, ci infilerebbe di nuovo nel buco della Carolina. Prendiamo invece a sinistra e ci rituffiamo nelle dolomie della Cornagera, completandone l'esplorazione aggirando verso Est la sua caratteristica struttura rocciosa. In questo tratto si incrociano i torrioni più famosi, abituale palestra per generazioni di arrampicatori. Ad ogni passo fatto in questo ambiente cresce sempre più la sensazione di essere stati catapultati in un minuscolo angolo della Terra di Mezzo.
Nel labirinto... |
Rimanendo sempre sul segnavia 537, arriviamo ad alcuni pascoli cespugliati ed incolti, per poi scendere decisamente nel bosco. Seguendo fedelmente il tracciato, ci ritroviamo al bivio con la deviazione indicata con il 537/a, completando così una sorta di periplo della Cornagera. Si continua la discesa, ritrovando la località Cantul e, successivamente, il borgo di Ama con il suo silenzioso segreto.
Campanula selvatica nel bosco che circonda la Cornagera. |
Info tecniche: