Sono numerosi i sentieri per raggiungere il dolce panettone del monte Misma. L'anello che parte da Albino è tra i più lunghi e con un sensibile dislivello. Attraversa i fitti boschi della Valle del Lujo, percorre gran parte della larga cresta del Misma e si chiude agganciandosi ad un tracciato un po' impegnativo, con begli scorci panoramici sulla Media Valle Seriana.
Roccolo nei pressi di Stalla Cura. |
L'itinerario proposto prende inizio dal piccolo parcheggio all'inizio di via Monte Cura, ad Albino (335 m-nelle note tecniche il dettaglio per arrivarci). All'inizio della via è posizionata la palina segnaletica che evidenzia il numero 511 del sentiero che andremo a percorrere per un lungo tratto. Al primo bivio proseguiamo diritti e, sempre su asfalto, percorriamo via Monte Cura, superiamo l'ingresso dell'omonimo agriturismo e raggiungiamo la località Dosso (410 m), dove ci aspetta un trivio con segnaletiche non molto chiare.
I prati della località Dosso. |
A dispetto della relativa indicazione, il sentiero CAI n. 511 segue la traccia che indica "i luoghi della Beata Morosini". Proseguendo invece diritto si arriva, dopo cinque minuti di cammino dal trivio, ad un piazzale erboso dedicato a Don Serafino Poli dove, salendo a destra su gradini di legno che costeggiano una via crucis, si arriva a riprendere il sentiero 511 che, dopo pochi passi, transita accanto alla cappelletta commemorativa (circa 500 m) che ricorda il luogo dell'assassinio di Pierina Morosini, proclamata beata dalla Chiesa Cattolica nel 1987.
Cappelletta della Beata Morosini. |
La traccia supera la cappelletta e prosegue nel fitto castagneto che sicuramente offre molti frutti in stagione. Dopo un tratto in leggerissima pendenza si cammina su una sterrata con fondo in cemento nelle parti più ripide, sino ad arrivare a due frecce segnaletiche (una nera con scritte in bianco, l'altra con scritte nere su legno naturale) che indicano la direzione da seguire. Si sale quindi svoltando a destra. Si costeggia la casa natale della Beata Morosini e, sempre seguendo le tracce biancorosse del CAI n. 511, ci rituffiamo nel bosco, alternando tratti in piano con ripidi strappi.
Casa natale della Beata Morosini. |
Superiamo una zona con pochi alberi, che ci offre finestre panoramiche sulla Valle del Lujo ed il monte Altino. Si prosegue la salita nel bosco, fino ad arrivare ad una sterrata che ci porta alla località Fonteno (747 m-un'ora e un quarto dalla partenza) dove si trova l'unica fonte del versante nord del Misma. Si trascura una indicazione che sale a destra per la cima del monte e si prosegue diritti, seguendo l'indicazione per le "vie del Misma".
Dentaria minore nei boschi della Valle del Lujo. |
Siamo sempre sul sentiero 511 e risaliamo un bosco ancor più fitto, dove la faggeta comincia a prevalere sul castagneto. Alcuni tornanti ci aiutano a risalire di quota. Si raggiunge la diroccata Cascina Corna (940 m circa) dove si gira decisamente a sinistra e la pendenza si addolcisce. Si percorrono alcuni brevi saliscendi fino ad arrivare, dopo oltre due ore di cammino, al bivio che ci indica di voltare a destra, sul sentiero CAI n. 601, che porta sulla vetta del Misma.
Segnaletica CAI sulla cresta del monte Misma. |
Abbandonato quindi il segnavia CAI n. 511 (che scende verso la chiesetta del Misma), si sale con buona pendenza guidati da una presenza ridondante di bolli indicatori di ogni colore. Con una serie di strappi si esce finalmente dal bosco arrivando sulla cresta, di fronte ad un panorama che si amplia su tutta la pianura. Si supera un grosso ometto di pietre e, in una quarantina di minuti dal bivio sottostante, si tocca la grande croce posizionata sulla cima (1160 m).
Selvino, la Cornagera e il Pizzo dei Tre Signori dalla cima del Misma. |
Negli immediati pressi, un'utilissima rosa dei venti aiuta a riconoscere le numerose vette che, in assenza di nebbia, foschia e velature, ci regala il panorama a 360°. Ad ovest, dietro la Cornagera, il monte Rena e l'altipiano di Selvino, svettano Resegone, Grigne ed il Pizzo dei Tre Signori. A nord si ammirano tutte le principali cime delle Orobie e del gruppo dell'Adamello. Ad est la cupola del Guglielmo digrada su quella del monte Bronzone fino al piccolo monte Orfano. Infine a sud, la pianura è delimitata dai crinali appennici.
Vedovelle dei prati, fotografate nei pressi della vetta del Misma. |
Per chiudere l'anello, dalla croce si prosegue lungo la cresta, seguendo un sentiero non segnalato, ma comunque evidente, che si dirige verso un'antenna delle telecomunicazioni. Dopo averla raggiunta, la traccia sale alla vicina croce di Sant'Antonio (1053 m), dietro la quale il sentiero precipita in un fitto bosco arrivando, in una decina di minuti, ad un bivio (940 m circa). Non è dato sapere dove si arrivi proseguendo diritto, mentre a sinistra una freccia bianca indica "Pozza di Cura-Vie del Misma". Si prende questo sentiero, di recente fattura, ricavato nel cuore del bosco, che in una decina di minuti scende fino ad una piccola sorgiva dove cambia di direzione e, in altri dieci minuti, porta finalmente ad incrociare il sentiero CAI n. 510 e, poco oltre, alla bella radura della Stalla Cura (863 m) dove una palina del CAI ci indica la direzione per tornare alla cappelletta della Beata Morosini.
Stalla Cura. |
Con la sensazione che, se si fosse proseguiti diritti al bivio, si sarebbe raggiunta questa amena località in metà tempo, si raggiunge in breve il prato di un roccolo (850 m circa) da dove si ammira un bel panorama sulla media Val Seriana. La traccia si perde nell'erba. Il sentiero si trova a sinistra del roccolo, e passa accanto ad un gruppetto di alberi sulla cui corteccia si riconosce il segnavia biancorosso del CAI. Il sentiero resta più alto del traliccio ad alta tensione, accanto al quale un vecchio bollo rosso può fuorviare gli escursionisti.
Alla sinistra del roccolo il gruppo di alberi dove il sentiero entra nel bosco. |
Si seguono con attenzione i segni biancorossi che si trovano sui tronchi, ma anche sui sassi che punteggiano il terreno. La traccia scende nel bosco perdendo un centinaio di metri di quota, fino ad arrivare in un tratto un po' esposto alla nostra sinistra, dove serve un po' di attenzione, soprattutto in caso di terreno umido o bagnato.
Vista su Albino, Cornagera, Poieto e monte Rena. |
In alcuni tratti il bosco lascia intravvedere alcuni lembi, particolarmente urbanizzati, della Val Seriana. Si continua a scendere lungamente e, a volte, con decisione. Finalmente, dopo circa mezz'ora di discesa dal prato del roccolo (e trecento metri di dislivello più in basso) si intravede una cascina ben ristrutturata. Se ne costeggia la proprietà fino ad arrivare ad uno sterrato che porta ad una carrareccia di servizio alle diverse cascine della zona. Poco oltre una deviazione sulla sinistra sbuca nei pressi della cappelletta della Beata Morosini riportandoci sul tracciato già percorso all'andata. Al parcheggino di via Monte Cura l'orologio ci indica che abbiamo impiegato quasi due ore a scendere dalla vetta del Misma.
Genziane di Koch nei pressi di Stalla Cura. |
Note tecniche:
L'itinerario evidenziato in nero sulla carta turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo, Tavola n. 08. Si ringrazia per la concessione. |
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