Una escursione di nove chilometri alla scoperta dei bivacchi Telini e Mistri, dei pascoli del Grem e delle aree minerarie della Val del Riso, contornati da splendidi panorami e multicolori fioriture.
Verso la Baita Alta di Grem. Sullo sfondo il monte Alben. |
La partenza di questo itinerario avviene dall'Alpe Grina (1115 m-nelle note tecniche le indicazioni per arrivarci). Accanto ad un tabellone in legno, realizzato dal CAI di Leffe ed indicante i sentieri della zona, si trova la palina verticale che indica la direzione e le tempistiche dei sentieri CAI n. 263 e 260 che hanno un tratto in comune per circa un quarto d'ora di cammino.
Ranuncolo erba tora sul sentiero di salita. |
Si sale quindi ad una pozza per l'abbeverata (Pozza del Fornas, 1163 m) e si raggiunge il bivio sopra citato, dove seguiamo le indicazioni del sentiero n. 263, che ci accompagnerà sino al bivacco Mistri. Già in questo primo tratto il Monte Alben si impone come protagonista, con le sue ripide guglie che incombono maestosamente sulla testata della Val del Riso.
L'ex miniera di calamina, vista dal sentiero di salita CAI n. 263. |
Continuando a salire si arriva ad un altro bivio, dove si trascura la traccia in piano verso il Fontanì di Osei, e si prende a sinistra restando sempre sul 263. Nei tratti liberi dai boschetti di conifere, si intravedono sulla sinistra il costolone erboso che sale al monte Grem e la ex-miniera di calamina che attraverseremo più tardi, in fase di discesa.
La radura di Forcella Alta. |
Si arriva quindi alla bella radura della Forcella Alta (1440 m-meno di un'ora dalla partenza), superata la quale si intravede l'erto strappo che ci porterà sulla porta del bivacco Telini (1647 m). Sono tre quarti d'ora di salita faticosa, che sarà ricompensata dal panorama che, oltre all'onnipresente Alben, si allargherà anche alla cima del Grem.
Il bivacco Telini. |
Dalla madonnina che protegge il bivacco si prosegue sul crestone che porta alla piatta cima della Preda Balaranda (1653 m) da dove si perde un po' di quota fino ad un colletto, prima di risalire, in poco meno di un'ora dal Telini, al già visibile bivacco Mistri. In stagione, questo tratto offre l'opportunità di ammirare diverse specie floreali.
Cinquefoglia di Cranz nella valle che sale al bivacco Mistri. |
Dai pressi del bivacco Mistri (1780 m-punto più alto del percorso) il panorama si apre sulla Cima Foppazzi, sul Monte Golla e sul Pulpito. Si inizia a scendere, prendendo la traccia del sentiero CAI n. 223, che costeggia il piccolo edificio e si dirige, percorrendo il versante parallelo ed opposto a quello di salita, in direzione della Baita Alta di Grem (1631 m-poco più di venti minuti dal Mistri), poco sopra la quale si costeggiano due pozze per l'abbeverata e splendidi pascoli in fiore.
Il bivacco Mistri dal sentiero CAI n. 223. |
Arrivati alla Baita Alta si continua sulla traccia che attraversa un prato, mentre sulla sinistra scende una stradina cementata che intersecheremo più avanti. Si continua a scendere e, prima di arrivare a intravvedere la Baita di Mezzo del Grem (1457 m) si raggiunge un trivio posto negli immediati pressi della stradina cementata. Qui si abbandona il sentiero CAI n. 223 (che si dirige al Colle di Zambla) e si scende diritti seguendo la traccia CAI n. 239, in direzione del Rifugio Alpe Grem.
La Baita di Mezzo del Grem. Sullo sfondo compare l'Arera. |
Seguendo i segnavia biancorossi dipinti su pilastrini di roccia piantati nel terreno si supera una bella pozza con prevegevole vista sull'immancabile Alben. Sulla destra si intravede la Baita di Mezzo del Grem, che non raggiungeremo, ed il massiccio dell'Arera. Si continua a scendere diritti fino ad incrociare di nuovo la stradetta di servizio alle diverse baite del Grem. Il segnavia del CAI disegnato sul cemento ci invita a calpestarlo per un breve tratto, portandoci su una sterrata che svolta decisamente a sinistra raggiungendo gli edifici delle ex miniere di calamina (qualcosa più di mezz'ora dalla Baita Alta di Grem).
Poco dopo il bivio tra i sentieri 223 e 239. |
Le miniere di Gorno era conosciute e sfruttate già in epoca romana. Qui venivano portati i "damnatio ad metalla": schiavi, martiri cistiani e prigionieri di guerra condannati a vita a scavare nelle miniere. Si estraeva zinco, blenda e calamina. L'attività è proseguita probabilmente anche nel Medioevo. Sicuramente riprese vigore durante la Repubblica Veneta fino ad arrivare al completo sviluppo dell'area nel diciannovesimo secolo. Seguì un lungo periodo di alti e bassi, fino al termine dell'attività estrattiva, avvenuto all'inizio degli anni '80 del secolo scorso.
La Baita Bassa del Grem. |
Superati i vecchi edifici della miniera, si seguono le serpentine della strada sterrata di servizio costruita fra gli scarti minerali provocati dall'attività estrattiva, fino a raggiungere un bivio dove a destra è segnalata e visibile la Baita Bassa di Grem (1225 m). Prendiamo a sinistra, in direzione del Rifugio Alpe Grem. Dopo pochi passi lo sterrato diventa asfalto (venti minuti dalla miniera). Il sentiero CAI n. 239 scende in pochi minuti al rifugio. Per chiudere l'anello bisogna invece continuare in piano sulla strada asfaltata per quasi due chilometri (venti-venticinque minuti) fino a ritrovare il punto di partenza dell'Alpe Grina.
Anemone a fiori di Narciso. Pascoli del Grem. |
Note tecniche:
L'itinerario evidenziato sulla carta turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo, Tavola n. 05. Si ringrazia per la concessione. |
Nessun commento:
Posta un commento