lunedì 3 ottobre 2022

Un'avventurosa escursione nella Selva d'Agnone, sopra Valgoglio.

La Selva d'Agnone, sopra Valgoglio, è percorsa da un dedalo di sentieri, sterrate, piste e strade forestali che spesso non sono nemmeno indicate nelle mappe o sulle carte escursionistiche. Ogni itinerario presenta quindi un pizzico di avventura in più. Come è successo a me, quando ho cercato di realizzare, all'interno di questa foresta, un anello di tre ore per circa cinquecento metri di dislivello.

Alla Baita bassa di Agnone.

La partenza è stata effettuata dal parcheggio a pagamento in località Becc (altitudine circa 1150 m). Nelle note tecniche descrivo il dettaglio per arrivarci e le altre informazioni utili. All'ingresso del parcheggio è posizionata una palina segnaletica che indica la direzione da prendere per percorrere il sentiero CAI n. 281. Restando sulla stradina asfaltata, ci si dirige in direzione di Masone.

Pascolo in località Bracc.

Al primo bivio si prende a sinistra. In leggera salita si arriva all'ingresso dell'altipiano di Selvadagnone, che ospita gruppi di abitazioni rurali ben ristrutturate, circondate da prati e pascoli dove stazionano greggi di pecore e mandrie di mucche, con cavalli ed asini. Nel minuscolo centro abitato che sorge nel bel mezzo dell'altipiano merita una visita il piccolo oratorio cinquecentesco di Sant'Antonio Abate (m. 1224 - circa 25 minuti dalla partenza).

Selvadagnone. Al centro, il piccolo abitato con l'oratorio di Sant'Antonio.

La traccia del CAI n. 281 continua in piano sulla stradina asfaltata. Dopo aver superato il principale gruppo di case, ci si trova di fronte ad un trivio. Abbandoniamo qui il segnavia CAI (che prosegue diritto, verso la zona dei laghi del Cardeto) e proseguiamo sul tornante che sale a sinistra, portandoci a godere di una bella visuale dall'alto della piana di Selvadagnone. 

La piana di Selvadagnone.

Si superano alcune baite ben ristrutturate, con eleganti tetti in ardesia e, dopo aver camminato per una quarantina di minuti dalla partenza, arriviamo al termine dell'asfalto. La pista, ora sterrata, sale in un bel bosco misto di latifoglie e conifere. Al primo bivio si segue il tornante destrorso, oltre il quale la traccia prosegue in falsopiano. Dopo una decina di minuti la vegetazione si dirada, lasciando intravvedere una bella visuale sul Monte Secco e sulle altre cime delle "dolomiti di Valcanale". 

Baita ristrutturata nella parte alta di Selvadagnone.

Si riprende a salire con più decisione in un bosco ora prevalentemente composto da conifere. Dopo un'ora dalla partenza si trovano, in rapida successione, due bivi. In entrambi i casi si tiene la sinistra, privilegiando la sterrata principale e trascurando le deviazioni che portano a destra. La pista diventa sempre più sconnessa e, ad un quarto d'ora dall'ultimo bivio, si traforma in sentiero.

Amanita muscaria nel sottobosco della Selva d'Agnone.

Il bosco diventa più fitto. Scompaiono le latifoglie e domina l'abete rosso. Si cominciano a vedere i segni delle tempeste di vento che, negli ultimi anni, hanno segnato pesantemente anche le abetaie dell'Alta Valle Seriana (la più recente si è avuta lo scorso febbraio). 

Panorami nei pressi della Baita Bassa d'Agnone.

I conseguenti lavori di abbattimento e di risistemazione hanno portato nella Selva squadre di boscaioli con i relativi mezzi meccanici. Anche la pista che si sta percorrendo viene utilizzata per questi scopi e le tracce ovviamente ne risentono. Si fa quindi un po' fatica a seguire il sentiero. Arrivati ad una radura che regala una bella vista sulle dolomiti della Valcanale seminascoste dalla cima di Bani, la traccia si perde nell'erba. 

Cima Bani e le "Dolomiti della Valcanale" dalla radura che precede il pascolo della Baita Bassa d'Agnone.

Senza perdere o guadagnare quota si attraversa lo spazio prativo per raggiungere il successivo boschetto di abeti, superato il quale si entra direttamente nel pascolo che precede la Baita Bassa di Agnone (1591 m - circa un'ora e quaranta minuti dalla partenza). Dalla baita il panorama è gradevole ed invita alla sosta. 

Silene dioica nel prato della Baita Bassa d'Agnone.

Per completare l'anello si prende una traccia non segnalata che parte a sinistra guardando la Baita. Il sentiero, con una serie di lievi saliscendi, attraversa a mezza costa una vallecola da cui discendono un paio di ruscelletti.  Rientrato nel bosco, ora ricco di latifoglie, prende a salire leggermente, fino ad una radura (venti minuti circa dalla Baita Bassa d'Agnone) da dove, voltandosi indietro, si individuano gli evidentissimi segni di distruzione causati dalle tempeste di vento.

Gli effetti delle tempeste di vento (in basso a destra).

In questo tratto il sentiero si perde nuovamente nell'erba. Si supera quindi la radura attraversandola in piano, per ritrovare la traccia giusto al rientro nel bosco che si attraversa pianeggiando sopra un sentiero ben battuto, solo a tratti seminascosto dalle foglie secche.  Dopo una decina di minuti si sbuca negli immediati pressi della baita dei fratelli Guana (1590 m circa), circondata da una vegetazione tipica dei roccoli, da cui si gode, in caso di buona visibilità, un colpo d'occhio veramente bello. 

Panorama dalla Baita dei fratelli Guana.

A nord-est lo sguardo individua il profilo del monte Ferrante e della Presolana, di fronte lo sguardo è attirato dalla mole del monte Redondo, ad ovest, sulle cime degli abeti, spunta la sagoma del monte Pradella. Dalla baita parte una sterrata gippabile, sulla quale ci incamminiamo. Usciti dal bosco si individua, alla nostra destra, il verde intenso della condotta forzata che raccoglie le acque del sistema idrico formato dai laghi Aviasco, Campelli, Sucotto, Cernello e Nero.

La baita dei fratelli Guana.

La sterrata, dopo una ventina di minuti dalla baita, raggiunge il bivio del sentiero CAI n. 228 che collega Valgoglio con la zona dei cinque laghi. Lo si imbocca in discesa, in direzione della località Bortolotti, tuffandoci in un fitto bosco misto dove si nota la presenza di numerosi grossi formicai sotto gli abeti. La discesa, a tratti ripida, dura circa tre quarti d'ora. Al suo termine si esce dalla foresta per sbucare davanti a due baite, oltre le quali si imbocca una stradina asfaltata che scende velocemente alla località Bortolotti. Da qui, in dieci minuti, si risale al parcheggio di partenza.

Località Bortolotti, dominata dalla cuspide del Pizzo Pradella.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 28-09-2022 - cielo coperto.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio in località Bracc, sopra Valgoglio che dista circa 47 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora e dieci minuti d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Superato l'abitato di Ardesio si prosegue per un paio di chilometri fino ad imboccare il bivio che a sinistra porta a Valgoglio.  Arrivati in paese si supera l'abitato e si procede dritti seguendo le indicazioni per la località Bortolotti. Arrivati di fronte al bar ristoro 5 laghi, si sale a destra per raggiungere, 300 metri oltre, il parcheggio a pagamento posto in località Bracc.
Il parcheggio si paga: Il parcheggio in località Bracc, di proprietà comunale, è a pagamento da metà aprile a metà ottobre.  Occorre premunirsi di ticket gratta e sosta presso il Bar Centrale di Valgoglio, posto nella piazzetta accanto al Municipio.   Il costo giornaliero è di 5 (cinque) euro.  

Nei pascoli di Selvadagnone.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: Poco più di 500 metri di sola salita per un totale di circa nove chilometri. 
Durata: L'anello si completa in poco meno di tre ore di camminata, al netto delle soste. 
Luoghi di sosta e ristoro lungo il tracciato: In località Bortolotti è possibile mangiare al Ristoro 5 laghi Valle dell'Orso, che propone taglieri di salumi e formaggi, conserve di verdure, primi piatti di pasta fatta in casa, secondi di carne con polenta. Recapiti e maggiori informazioni sul loro sito: http://ristoro5laghi.com.

Poco sopra la Località Bortolotti.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate anche la descrizione di una escursione invernale effettuata nella Selva d'Agnone. Il link è il seguente:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2019/02/con-o-senza-ciaspole-la-selva-dagnone-e.html. 
Cartografia: Come anticipato nel post, parecchie tracce che esplorano l'intricata Selva d'Agnone non sono indicate sulle mappe escursionistiche. Nelle mie escursioni utilizzo l'app di Outdooractive, in particolare per registrare tempi, dislivelli e distanze. Ma in questa ed altre occasioni mi è stata molto utile per cercare raccordi con altri sentieri e per evitare, sostanzialmente, di perdermi nelle mie affannose ricerche dell' "anello perfetto". La consiglio a tutti. 

L'escursione registrata su outdooractive, comprensiva di un errore di percorso.


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