sabato 25 novembre 2023

Da San Lorenzo un panoramico e colorato anello verso il Pianone e San Lucio: alla ricerca del casoncello perduto

 🥾 Dislivello: circa 650 metri           ⌚ Durata:  4 ore e mezza           📏Lunghezza: 11 km

Arera e Corna Piana dal sentiero CAI 508 tra Pianone e San Lucio.

La partenza di questa escursione ad anello avviene in località Vogno (590 m circa) che fa parte del borgo di San Lorenzo, frazione di Rovetta. Si tratta di un'area artigianale, con una serie di capannoni, nei pressi della quale si trova un piccolo parco giochi con laghetto, denominato "Isola Felice". Dopo aver parcheggiato davanti al piccolo parco, si imbocca la strada agro-silvo-pastorale che si trova sulla sinistra, poco a monte dell'area verde.

Tempo d'aurora a Rovetta.

San Lorenzo ha una storia antica e, tra le sue case, nascondeva un tesoro dimenticato da tutti. Fu grazie alla richiesta di un cuoco americano che due abitanti di Rovetta sollecitarono gli anziani del borgo a ricordarsi dell'esistenza dei "Bertù" e, soprattutto, della ricetta che permetteva la realizzazione di questo saporito casoncello con il ripieno a base di cotechino. Conditi con il formaggio di monte, nel passato si mangiavano soltanto una volta all'anno (il 7 ottobre) in occasione della festa "La Mare" a ricordo dei cristiani tornati vincitori dalla battaglia di Lepanto, nel 1571. Se volete saperne di più, andate a leggere la loro storia pubblicata nelle note tecniche in fondo a questo post.

Sul tracciato della salita, guardati a vista dall'onnipresente Presolana.

L'indicazione da seguire per un lungo tratto è quella che porta all'Alpeggio Fogarolo. Dopo una decina di minuti si incontra il primo bivio, dove si tiene la sinistra e si continua a salire. Per i primi venti minuti la pendenza del tracciato è regolare, poi aumenta, proseguendo sempre sullo sterrato e trascurando una deviazione sulla destra.  

Sbuca anche il Pizzo Camino (al centro della foto).

A mezz'ora dalla partenza si incontra la cappella del gruppo Alpini di San Lorenzo, dalla quale si ammira una bella visuale del massiccio della Presolana, che rappresenterà una presenza costante in quasi tutto l'itinerario. Lentamente il bosco misto lascia il posto all'abetaia, che si infittisce man mano. La salita prosegue. Nei tratti più ripidi lo sterrato lascia il posto al cemento. Si raggiunge un bivio (quota 835 m-45 minuti da Vogno) dove l'indicazione per l'Alpeggio Fogarolo ci fa tenere la sinistra.

Zoomata sul Pizzo Redorta.

Dopo altri venti minuti si arriva ad un tornante dove, oltre a godere di un panorama sempre più vasto, si ritrovano le indicazioni per l'alpeggio Fogarolo, che ci fanno proseguire sullo sterrato. Si costeggia la radura di una cascina ristrutturata, da dove si possono ammirare le cime del monte Redorta e del Pizzo del Diavolo di Tenda. Poco oltre, sulla sinistra del tracciato, si impone allo sguardo uno splendido roccolo circondato da latifoglie che assumono vivaci colori autunnali. Si tratta probabilmente del "Roccolo del Teresù", che gode quasi di una "vista privata" sulla Presolana.

Il Roccolo del Teresù.

Abbiamo superato quota 1.000 metri. Poco oltre, sulla destra, abbiamo la possibilità di accedere ad un'ampia radura che circonda la "Baita del Nisio di Cene", splendidamente ricuperata. Dopo la visita, che regala amplissime viste, si ritorna sul tracciato, incontrando un'altra segnalazione, che seguiamo fedelmente. Si addolcisce la pendenza. Trascuriamo due deviazioni sulla sinistra, procedendo diritti, fino ad un successivo bivio dove la freccia segnaletica ci fa girare a sinistra.

La Baita del Nisio di Cene.

Un ripido tratto cementato sale in una suggestiva faggeta. Dopo lo strappo, si cammina in piano su un tappeto di foglie morte, costeggiando alcune radure governate da cascine ben tenute. Stiamo camminando da oltre due ore, quando si arriva ad un bivio ben segnalato. Abbandonando definitivamente la sterrata per l'alpeggio Fogarolo, si prende a destra il sentiero CAI n. 508, seguendo per il Pianone. La traccia costeggia il retro di una cascina, dalla quale lo sguardo arriva ad individuare le guglie del Pizzo Camino, che si affianca all'onnipresente Presolana.

La seconda cascina dopo l'imbocco del sentiero CAI n. 508. 

Il sentiero raggiunge un'altra cascina, le passa a fianco ed si infila brevemente tra gli abeti. Poco oltre, ad un'altra cascina, ci attende un nuovo scenario. Tocca all'Arera ed alle altre cime dolomitiche della Valcanale dare il meglio di sè. Siamo sul punto più alto del percorso (circa 1.200 m-due ore e mezza dalla partenza). 

Le cime della Valcanale dal punto più alto del percorso.

Si prende quindi a scendere. I segni biancorossi ci fanno inoltrare in un tratto di bosco misto, portandoci ad un bivio dove una freccia ci fa svoltare a sinistra. Si calpesta una dissestata mulattiera che scende fra gli abeti, entrando nella valletta del torrente Valle Rinata e risalendo sulla parte opposta, per sbucare nell'ampia e soleggiata radura del Pianone (1.130 m circa-due ore e tre quarti dalla partenza), dove la veduta si amplia anche al Pizzo Formico ed alle nere guglie dell'Alben.

Al Pianone.

Attraversando il Pianone il sentiero tende a perdersi. Senza traccia obbligata si tiene sulla destra il grosso edificio che campeggia in mezzo alla radura e sfiorare quella che decenni fa doveva essere una sorta di biglietteria dei primi impianti di sci della bergamasca (la si riconosce dai vetri rotti e dai grossi sci di legno su cui poggia). Da qui si intravvede una palina segnaletica verticale che si raggiunge con pochi passi. Seguendo l'indicazione per San Lucio si cammina in piano, godendosi lo splendido panorama a 180 gradi che spazia dal Pizzo Redorta alla Presolana.

La croce del Pizzo Formico dalla radura del Pianone.

Seguendo gli scarni bolli biancorossi segnati a terra, si procede diritti, trascurando l'evidente carrareccia che volta a destra. Arrivati al termine della radura, nei pressi di uno stagno si entra nel bosco. Calpestiamo una gippabile che scende fra gli alberi e che giunge infine all'asfalto della strada privata che sale dalla Spessa di Clusone. La si imbocca tenendo la destra e in pochi minuti si giunge al Rifugio San Lucio (1.027 m-tre ore e venti minuti dalla partenza).

Dal Rifugio San Lucio uno sguardo verso nord.

Dopo aver ammirato lo spettacolare scenario delle cime che circondano la piana di Clusone, si torna sulla sterrata che passa appena sopra il rifugio e si sfiora la chiesina dedicata a San Lucio. La strada scende nell'abetaia, mantenendo un fondo percorribile anche dagli automezzi, fino alla radura dominata dalla Stalla Bianca (968 m). Oltre la traccia assume la larghezza di una mulattiera, con un fondo molto dissestato, che sollecita particolarmente caviglie e ginocchia e rende particolarmente utili i bastoncini.

La chiesetta di San Lucio.

Il tratto rompicaviglie dura almeno venti minuti, fino ad un trivio dove la traccia si trasforma in una larga e quieta carrareccia. Si raggiunge una cascina nel cui prato pascolano cinque splendidi asinelli, che ricevono volentieri carezze e grattatine. Proprio qui la nostra traccia compie una inversione ad U (non andate diritto) per scendere rapidamente su un tratto cementato che porta ad incrociare il tratto iniziale della sterrata già percorsa in salita. Da questo incrocio, in meno di un quarto d'ora si torna al parcheggio dell'Isola Felice. Da San Lucio la discesa impegna per poco più di un'ora.

Gli asinelli di San Lorenzo.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 22-11-2023 - Sereno, visibilità ottima.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio a servizio del piccolo parco con laghetto sito in località Vogno, negli immediati pressi di San Lorenzo, frazione di Rovetta, che 
dista circa 36 km dal centro di Bergamo, percorribili in una quarantina di minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si volta a destra, salendo i tornanti che portano nella piana di Clusone. Si supera la rotonda per l'ospedale di Piario e la successiva che porta in centro al borgo baradello. Alla terza rotonda si gira a destra, in direzione di Lovere. Dopo un chilometro e mezzo, alla vista dei primi capannoni, si nota, sulla destra, il piccolo parco con il suo parcheggio.

"Freddina la notte scorsa?!"

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 650 metri di dislivello per una lunghezza complessiva  di 11 chilometri. 
Durata: Per percorrere l'intero anello sono necessarie quattro ore e mezza, escluse le soste.
Storia e riscoperta dei Bertù di San Lorenzo: un decina di anni fa, un cuoco di Atlanta, appassionato di cucina italiana, prende contatto con l'ente turistico di Rovetta per avere informazioni su un tipo di raviolo di cui aveva avuto notizia consultando l'Enciclopedia della pasta di Oretta Zanini De Vita. Nessuno ne sapeva niente. Grazie all'iniziativa di due giovani, che intervistano gli anziani di San Lorenzo, viene a galla la storia, la forma e la ricetta dei Bertù di San Lorenzo. 
Il nome: La denominazione deriva dal "gaì", l'antica lingua parlata dai pastori orobici (un tempo San Lorenzo era un borgo abitato da molte famiglie di pastori). Bertù significa "orecchio grande" ed il casoncello della frazione di Rovetta ha la forma, ed anche il colore scuro, dell'orecchio d'asino.

Bertù significa "orecchio grande".

La ricetta: Per la sfoglia viene utilizzata una farina integrale sporcata con un poco di crusca. Si utilizzano le uova, ma in maniera molto limitata. Il ripieno invece ha come ingrediente principale il cotechino sgrassato unito al formaggio grattuggiato, al pan grattato, al prezzemolo, ad un poco di cipolla tritata, sale e un pizzico di noce moscata. Il condimento, come per i casoncelli, è con burro e salvia.
Dove si possono trovare: I due giovani che hanno risvegliato la "memoria gastronomica" degli anziani di San Lorenzo gestivano un ristorante, primo banco di prova affrontato dai Bertù. Il successo è stato tale che hanno chiuso il ristorante ed aperto un pastificio, del quale questo tipo di casoncello è il protagonista principale. Il pastificio si chiama "Tradizioni e delizie", ha sede ad Onore e tutti i contatti e gli altri riferimenti si trovano sul loro sito:  https://www.tradizioniedelizie.com.

Splendido abete rosso nei pressi di San Lucio.

Altre escursioni in zona: In questo blog vengono proposte altre due escursioni che transitano sul versante settentrionale del Pizzo Formico. I link per consultarle sono i seguenti: 
https://dislivellozero.blogspot.com/2023/08/da-san-lucio-alla-panoramica-cima-del.html;
- https://dislivellozero.blogspot.com/2019/05/san-lucio-forcella-larga-fogarolo-san.html.
Cartografia: Sul mercato non esiste ancora una carta escursionistica al 1:25.000 che dettagli efficacemente quest'area. Recentemente una cartina dei sentieri della zona, sulla quale si può ricostruire l'anello dell'escursione sopra descritta, è disponibile gratuitamente al Rifugio San Lucio ed all'infopoint di Clusone, in Piazza Orologio 21.

Cascina sul sentiero di discesa, poco prima di Vogno.



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