🥾 Dislivello: circa 500 metri ⌚ Durata: 3 ore e mezza 📏Lunghezza: 8,5 km
Baita e Piazza di Golla |
L'escursione parte dal piccolo parcheggio sito in località Sanfaet (circa 800 m di quota). Siamo nel territorio comunale di Premolo e nelle note tecniche trovate le indicazioni per arrivare dove si può lasciare l'auto. Si inizia salendo sull'asfalto della strada forestale di Belloro, seguendo le indicazioni per l'omonima località e per il rifugio GAEN. Stiamo seguendo la traccia del sentiero CAI n. 262.
Roccolo ristrutturato in località Sonfaet. |
La traccia prende subito una buona pendenza, seguendo la striscia d'asfalto, che aiuta a mantenere un passo costante. Protetti da un fitto bosco misto, dopo dieci minuti si arriva ad un primo bivio, dove si tiene la sinistra affrontando successivamente due tornanti. La salita rimane ripida per altri dieci minuti, fino a raggiungere un tratto con pendenza più dolce. Al successivo bivo si tiene la destra, trascurando una deviazione che porterebbe alla Costa della Morandina ed al "Luogo della speranza".
Una furtiva occhiata alla Costa della Morandina. Sullo sfondo il Pizzo Formico. |
Si continua a salire, ora con maggior decisione. I bordi della stretta stradina sono ingentiliti da numerosi fiori di campo. Accompagnati dal canto degli uccelli che popolano il bosco, dopo una quarantina di minuti dalla partenza, raggiungiamo una tettoia che funge da ingresso ad un piccolo parco (1120 m circa) dove è possibile effettuare una sosta. Si procede percorrendo un tornante sinistrorso.
Ambretta comune nel fitto bosco di risalita. |
Poco oltre si incontra un bivio non segnalato. Si rimane sull'asfalto che effettua un paio di serpentine, la prima destrorsa, mentre con l'altra si volta a sinistra. Trascurando anche il secondo sterrato, si continua a seguire i segnavia biancorossi del CAI. I successivi tornanti si fanno sempre più stretti e si intuisce che il verdissimo bosco misto sta per terminare.
Il pascolo di Baita Felis. Sullo sfondo il Pizzo Formico. |
Dopo poco più di un'ora dalla partenza si giunge ai bordi di un soleggiatissimo pascolo (1210 m circa), trovando un trivio. A destra una sterrata porta a Baita Felis, mentre a sinistra, senza traccia apparente, si andrebbe verso il rifugio GAEN. Si procede invece diritti, sulla solita forestale, che ora regala belle viste sui Pizzi Formico e Frol, sulle radure di Barbata ed il monte Secretondo.
Belle viste sui pascoli di Barbata, la Cima di Tisa ed il Secredont. |
Il canto degli uccelli viene sostituito dal concerto dei campanacci delle mucche sui pascoli della Cascina Palazzo (che si raggiunge in pochi minuti) e della limitrofa località Belloro (1251 m-un'ora e venti dalla partenza). Voltando decisamente a destra, dall'asfalto della strada di Belloro si passa al cemento della Strada di Forsei che pianeggia tra le splendide praterie contornate dalle fitte abetaie che coprono i pendii delle Cime di Belloro. Qui parte anche l'omonimo "Sentiero di Belloro", itinerario didattico realizzato dal Comune di Premolo.
Una delle due cime di Belloro vista da Piazza di Golla. |
Siamo in una zona ampiamente sfruttata nei secoli per le sue risorse minerarie. Le prime coltivazioni di questo sito sono iniziate nell'anno 1870 e sono proseguite per più di cent'anni. Calamina, blenda e galena venivano estratti da decine di chilometri di gallerie che solcavano il sottosuolo delle due Cime di Belloro. Dalla lavorazione di questi preziosi minerali si ricavavano zinco, piombo e, in piccolissima percentuale, anche argento. Tutt'intorno, al tempo, era un brulicare di minatori e manovali, ma anche di donne (addette alla separazione del minerale dal materiale "sterile") e di ragazzini dagli 11 ai 15 anni, che garantivano il trasporto manuale del materiale quando non si usavano i carrelli. Per arrivare alle miniere partivano da Premolo, impiegando anche più di due ore per la sola salita.
Prati ed abetaie alle pendici della Cima di Belloro occidentale. |
In leggera discesa, si supera una sbarra che impedisce il transito ai mezzi motorizzati e subito si arriva ad un bivio. Abbandoniamo il cemento e, tenendo la sinistra, si pianeggia su sterrato e, traversando una splendida faggeta, si giunge a Piazza di Golla (1259 m-meno di mezz'ora dalla località Belloro).
Tappeti di botton d'ora alla Piazza di Golla. |
E' un posto fantastico: un amplissimo pascolo, utilizzato due volte l'anno durante la transumanza dei bovini. A giugno ed a settembre funge infatti da tappa intermedia tra il paese ed i pascoli più alti. Senza le mandrie, Piazza di Golla è un angolo di Orobie molto suggestivo. La colonna sonora è offerta dal frinire dei grilli, accompagnati dalla leggera brezza che scende dalle vette della Valcanale.
Il grande faggio della Piazza di Golla. |
La baita, posta a lato del pascolo, si nasconde tra alcuni arbusti e l'erba alta; sembra voler limitare al massimo l'invadenza della presenza antropica. Divisa da un prato punteggiato da migliaia di botton d'oro, al lato opposto un maestoso faggio troneggia a lato di uno stagno che funge da abbeverata per il bestiame. Un ambiente che merita una sosta, magari vagando senza meta tra le sue fioriture, cercando lo scatto migliore o solo per respirare una quiete che trova pochi paragoni.
Lo stagno dell'abbeverata. |
Dalla segnaletica posta all'inizio del pascolo si scende brevemente nell'erba alta, tenendosi a destra. Fatti pochi passi si intravvede e poi si raggiunge una bacheca didascalica, dedicata all'importanza dei pascoli e dei formaggi prodotti in montagna. Accanto ad esso una segnaletica indica la direzione per la vicina Baita di Vall'Acqua.
Baita Vall'Acqua. |
Seguendo un'esile e poco segnalata traccia, si scende in un fitto sottobosco, ad attraversare una valletta. Poco oltre si cammina in piano e si individua un timidissimo bollo giallo. Un'ulteriore tratto in discesa, calpestando foglie secche dei passati autunni ci porta sopra la Baita di Vall'Acqua (1223 m-un quarto d'ora da Piazza di Golla), dove i segnavia del "Sentiero di Belloro" scompaiono del tutto. Dalla cartografia e dai tracciati proposti da alcune app pare che un sentiero unisca questa Baita al rifugio GAEN, attraversando tutto il pascolo a forma di triangolo che scende verso il bosco sottostante.
Il rifugio GAEN. |
Tra l'erba non ci sono indicazioni utili. In fondo si trovano stinti segni gialli sui sassi. Seguendoli si arriva ad un pannello segnaletico che porta ad un guado e fa risalire il bosco, per poi perdersi nell'intrico delle radici degli abeti. Sconsiglio di insistere, di non scendere nel pascolo della Baita ma di prendere invece a destra la stradetta cementata posta a servizio della Baita che, in falsopiano, si ricollega con la sterrata percorsa all'andata, riportandoci alla località Belloro in un quarto d'ora dalla Baita di Vall'Acqua.
Il pascolo del Monte Belloro Orientale. |
Si torna quindi verso valle, calpestando l'asfalto della carrozzabile. Poco dopo Baita Palazzo si incontra un bivio che, se pur non segnalato, intuisco che possa portare al rifugio GAEN. Imbocco la sterrata che volta a sinistra e raggiungo l'alpeggio del Monte Belloro, governato da una cascina con penzana annessa. Un "ferocissimo" (e dolcissimo) guardiano si avvicina abbaiando.
Il "ferocissimo" guardiano dell'Alpeggio Monte di Belloro. |
Basta una carezza sotto il mento per farmelo amico e convincerlo ad accompagnarmi al rifugio (1230 m-un quarto d'ora dal bivio). Lo raggiungiamo senza percorso obbligato, trovandolo all'estremità orientale del prato, segnalato da un tricolore che garrisce al vento. Tornati sulla strada di Belloro, si scende sullo stesso percorso effettuato nell'andata. La discesa scorre tranquilla e in un'ora dal rifugio GAEN si torna al parcheggio di partenza.
L'alpeggio del Monte Belloro. Tra le nuvole Presolana e Pizzo Ferrante. |
Note tecniche:
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio sito in località Sonfaet, a nord di Premolo, che dista circa 32 km dal centro di Bergamo, percorribili in tre quarti d'ora d'auto. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana per circa 27 chilometri. Superato il bivio per la Val del Riso ed il Colle di Zambla si prende la prima a sinistra (indicazioni per Premolo) e si sale a larghi tornanti per un paio di chilometri. Si entra nel centro di Premolo procedendo diritti lungo via Valzella, via dell'Agro e via Bratte. Seguendo le indicazioni per il Luogo della Speranza si sale lungo via Sonfaet fino al piccolo parcheggio di partenza, posto accanto al divieto di transito per i veicoli non autorizzati.