sabato 20 agosto 2022

Da Novazza al Rifugio Gianpace, porta d'accesso alla bellissima Val Sanguigno.

Una breve escursione in una freschissima faggeta capace di raccontare tante storie, accompagnati da un torrente che nasce da una delle valli più incontaminate delle Orobie. Il punto d'arrivo è un piccolo rifugio, attorno al quale si nascondono angoli dove riposare, prendere il sole e rinfrescarsi.

Il torrente Sanguigno

L'itinerario prende inizio dal parcheggio posto a circa 1000 metri di quota, nei pressi dell'ingresso della ex-miniera di uranio, sita poco sopra il borgo di Novazza, frazione di Valgoglio. La storia di questo giacimento mai sfruttato è molto interessante. Nelle note tecniche si riporta una breve cronistoria ed alcuni riferimenti utili a chi vuole approfondire l'argomento.

Il sentiero nella faggeta.
Una freccia in legno posta all'inizio del parcheggio ci fa trovare subito l'imbocco del comodo sentiero CAI (numerato con il n. 232A e, in alcuni tratti, anche con il n. 280) che entra nella faggeta. Proseguendo in leggera discesa, si incontra, dopo una decina di minuti, il bivio della traccia che sale dall'abitato di Novazza.  Nei pressi, una soleggiata radura offre un bel panorama sulle cime che sovrastano il paese di Valgoglio, dall'altro lato della valle.

Uno sguardo sui monti che dominano la Valgoglio.

Si procede in piano, incontrando molte radure (denominate "ral" in dialetto), nelle quali gli antichi carbonai accumulavano il materiale vegetale che serviva a comporre i "poiat", cumuli di terra e legna che si trasformavano lentamente in carbone vegetale, a suo tempo utilizzato come carburante per i forni fusori che operavano nel fondovalle che porta al borgo medioevale di Gromo.

La zona devastata dalle tempeste di vento della primavera scorsa.

Poco più avanti, nel fitto bosco compaiono alcuni esemplari di conifere e si attraversa un'area recentemente devastata da alcuni fenomeni naturali. Gli alberi, sradicati da tempeste di vento, giacciono a terra, mostrando la pochezza delle loro radici. Nei tratti in cui la vegetazione si dirada, si riapre la vista sulle montagne che dominano Valgoglio.   Le rupi più alte nascondono i cinque laghi artificiali che fanno parte del complesso idroelettrico delle centrali di Valgoglio e Aviasco e le cui acque sono convogliate nella ripida e visibile condotta che precipita a valle.

La Selva d'Agnone e la zona dei cinque laghi, vista dal sentiero n. 232A.

Dopo un'oretta di cammino la pendenza aumenta, il sentiero si fa più roccioso e costeggia le pozze e le cascatelle formate dallo spettacolare torrente che nasce in Val Sanguigno.    Con una serie di serpentine si guadagna ulteriormente quota, il bosco si dirada e, nei pressi di un ponticello in cemento si intravede, in alto a sinistra, il tetto del piccolo Rifugio Gianpace (1330 m).

Il rifugio Gianpace.

E' questo il primo edificio (dei pochissimi) che si incontra in Val Sanguigno. Se, nella parte bassa, la valle è caratterizzata dalle innumerevoli forre e dai balzi del torrente, dal rifugio in poi si estende una zona ricca di torbiere, ricchissima di una flora assai diversificata, che contribuisce a rendere questa valle una vera e propria culla di biodiversità. Il ritorno dell'escursione avviene percorrendo a ritroso la traccia dell'andata.

La Val Sanguigno a monte del rifugio Gianpace. Foto di Mauri Parimbelli, luglio 2016.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 04-08-2022 - tempo bello, visibilità ottima.
Punto di partenza: Per raggiungere Novazza si percorre la provinciale della Valle Seriana fino al bivio di Ponte Nossa dove, invece di girare a destra per i tornanti che portano a Clusone, si prosegue diritti sulla provinciale n. 49 con direzione Valbondione. Superato l'abitato di Ardesio si prosegue per un paio di chilometri fino ad imboccare il bivio che a sinistra porta a Valgoglio. Al bivio successivo si tiene ancora la sinistra salendo con un paio di tornanti al paese di Novazza. Subito dopo il borgo la strada sale verso la miniera, che si raggiunge trascurando la deviazione che ci porterebbe a Bani. Da Bergamo sono circa 45 km percorribili in poco meno di un'ora.

Genziana asclepiade ai lati del sentiero verso il rifugio Gianpace.

Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 350 metri di sola salita per un totale di quasi otto chilometri fra andata e ritorno.
Durata: Per arrivare al rifugio Gianpace serve circa un'ora e mezza. Il ritorno poco meno.
Luoghi di sosta e ristoro lungo il tracciato: il rifugio privato Gianpace è aperto durante i mesi estivi. E' riservato ai soci dotati di specifica tessera (dal costo di due euro, acquistabile al rifugio stesso). Offre servizio di pernottamento e di ristoro con prodotti e piatti tipici bergamaschi. Per prenotare contattare il Sig. Osvaldo Seghezzi tel. 347 2191628, o scrivere a rifugiogianpace@gmail.com.
Il Passo della Val Sanguigno (2306 m) ed il Pizzo Farno. Per arrivare al Passo,
dal rifugio servono tre ore di salita.   Foto di Mauri Parimbelli, luglio 2016.

Breve cronistoria delle ex-miniere di uranio: Il giacimento, scoperto casualmente nel 1959, è considerato il secondo più grande d'Italia, pari a circa 1.500 tonnellate di materiale grezzo.   La fase estrattiva non è però mai entrata in funzione.   L'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) aveva scavato sei chilometri di gallerie all'inizio degli anni '60 del secolo scorso.   I lavori furono sospesi a fine 1963, a causa del prezzo concorrenziale del petrolio.   Il cantiere fu riaperto dieci anni dopo, in seguito alla crisi energetica conseguente alla guerra del Kippur.  Nel 1977 iniziarono le prime contestazioni da parte dei neonati gruppi ambientalisti.  Il dibattito fra favorevoli e contrari sconvolse la popolazione dell'Alta Valle Seriana per oltre sei anni, coinvolgendo persino le strutture ecclesiastiche.  La parola fine si scrisse nel 1983,  anno in cui l'ENI decise la definitiva smobilitazione degli impianti di Novazza.  Per ulteriori approfondimenti, potete cliccare su questi link: 
- https://www.ctrlmagazine.it/una-polenta-alluranio-la-miniera-di-novazza-valgoglio/
- http://www.vivisulserio.it/articoli/145-novazza-e-il-dibattito-nucleare

Il torrente Sanguigno negli immediati pressi del rifugio Gianpace.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizione di un'altra escursione che esplora i sentieri della Valle del Goglio. Il link è il seguente:
- https://dislivellozero.blogspot.com/2019/02/con-o-senza-ciaspole-la-selva-dagnone-e.html
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo - scala 1:25.000 - Tavola 02. 

L'itinerario evidenziato sulla carta turistica-escursionistica della
Provincia di Bergamo, 
Tavola n. 02. Si ringrazia per la concessione.






Nessun commento:

Posta un commento