venerdì 20 giugno 2025

Da Albareti al laghetto di Valcanale, lungo le sponde del torrente Acqualina.

 🥾 Dislivello: circa 270 metri     ⌚ Durata: tre ore e mezza     📏Lunghezza: 10 chilometri

Corno Negro e Monte Secco dal parcheggio di Albareti

La partenza di questo itinerario alla scoperta del fondovalle della Valcanale parte da Albareti (853 m-nelle note tecniche le informazioni per raggiungerla), minuscola contrada di Ardesio. Dopo aver parcheggiato nel piccolo stallo posto all'ingresso del paesino, si scende nella vicina piazzetta dove si tiene la sinistra entrando in uno stretto vicolo, dove le case in pietra, alcune adornati da originali ballatoi, sono addossate l'una all'altra. 

Nella piazzetta di Albareti.

Nel passato, era questa una precisa caratteristica dell'architettura di montagna: Costruire le case in questo modo faceva risparmiare materiali ed ore di lavoro. Erano più efficaci dal punto di vista difensivo e resistevano meglio al freddo ed alle intemperie.

La Santella.

Superato l'abitato, si incontra una suggestiva santella mentre l'acciotolato si trasforma in uno stretto sentiero che, dopo aver pianeggiato per un buon tratto, scende con decisione in direzione del torrente Acqualina. Al termine della discesa ci aspetta un bivio (810 m-circa un quarto d'ora dalla partenza) dove si seguono le indicazioni del sentiero CAI 220, che seguiremo fedelmente fino al laghetto di Valcanale. 

Cima del Fop.

Tenendo il corso d'acqua alla nostra sinistra, saliamo ammirando lo spettacolo dell'imponente parete nord del Monte Secco e della lunga cresta che la unisce alla Cima del Fop. In breve si supera un altro bivio, dove teniamo la sinistra, ignorando la svolta che porterebbe sul sentiero per Bani. Alternando tratti di bosco misto con brevi spazi aperti, in circa tre quarti d'ora si raggiunge la suggestiva "Rasga del Tonola", una antica segheria di origine settecentesca, alimentata con l'acqua del torrente. Da vedere le evidenti e molto interessanti derivazioni idriche scavate a mano nel duro terreno.

La Rasga del Tonola.

Il sentiero prosegue con alcuni saliscendi (più sali che scendi) fino ad arrivare alla prima delle tre deviazioni che portano alla contrada Zanetti (870 m-1 ora circa dalla partenza). Le ignoriamo tutte e tre, proseguendo imperterriti sul sentiero CAI 220 fino ad costeggiare i lati di una bellissima radura governata da alcune cascine ben ristrutturate.

La radura nei pressi di contrada Zanetti.

Fino a nemmeno cent'anni fa, i fazzoletti di prato come questo, di cui è costellato il fondovalle attraversato dal torrente Acqualina, erano seminati a lino. I coltivi erano solitamente realizzati molto vicini alle singole cascine. La semina del lino avveniva a fine aprile; a giugno i campi si coprivano di suggestive fioriture azzurre; a fine luglio le piante erano mature. Dopo la mietitura si effettuava la lavorazione e la selezione delle fibre da lavorare al telaio. Le tele prodotte servivano per realizzare biancheria e stoffe per l'abbigliamento degli abitanti della Valle.

In alto sbuca la Corna Piana, in basso Valcanale.

Proseguendo sul sentiero CAI 220 si entra in una zona acquitrinosa dove la traccia si fa un po' disagevole, nascondendosi fra la vegetazione. Tenendo sempre la sponda del torrente alla nostra sinistra, si supera un grosso masso erratico con tanto di piccola grotta e, poco dopo, mentre apparentemente la traccia sembra proseguire diritta, un segnale biancorosso ci impone di salire deisamente a destra, in direzione di alcune abitazioni. Lo strappo è breve e ci deposita sulla strada provinciale, di fronte a Contrada Barenzini (975 m circa-poco più di un'ora e mezza dalla partenza).

Attraversando Valcanale.

Voltando a sinistra, si calpesta l'asfalto attraversando il paese di Valcanale, superato il quale un ultimo deciso strappo ci deposita nell'ampio parcheggio che precede la piccola conca dell'omonimo laghetto (1040 metri-circa due ore dalla partenza). Un sentiero ne circonda le sponde e una serie di panchine, parte al sole e parte sotto le fronde sempreverdi degli abeti, consentono una meritata pausa prima di affrontare la discesa. 

Arrivo al laghetto di Valcanale.

Il rientro può avvenire seguendo lo stesso percorso di salita o, per chi ha problemi alle articolazioni degli arti inferiori, sulla liscia superficie della strada asfaltata che sale da Ardesio. Si sconsiglia quest'ultima soluzione nei fine settimana, quando il traffico automobilistico è molto elevato.

Il torrente Acqualina.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 17-06-2025 - tempo velato, con aperture a sprazzi.
Punto di partenza: Per raggiungere la frazione di Albareti si deve percorrere la provinciale della Valle Seriana fino al bivio di Ponte Nossa dove, invece di girare a destra sui tornanti che portano a Clusone, si prosegue diritti sulla provinciale n. 49 in direzione di Valbondione.  Appena superato l'abitato di Ardesio, in località Ponte Seghe, si devia a sinistra seguendo le indicazioni per la Valcanale.  La strada guadagna subito quota con alcuni tornanti, per poi proseguire diritta nella vallata, superando le contrade di Marinoni e Rizzoli. Duecento metri dopo quest'ultima, sulla sinistra si individua, dietro la fermata dell'autobus, il bivio che scende ad Albareti. Lo si imbocca, individuando subito, sulla sinistra, uno stallo con 5/6 posti auto. Il parcheggio è gratuito e senza limite orario. Dal centro di Bergamo sono circa 42 km, percorribili in una cinquantina di minuti. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 270 metri di dislivello per un totale, fra andata e ritorno, di circa dieci chilometri.  
Durata: Fra andata e ritorno, compreso l'anellino intorno al laghetto, servono circa tre ore e mezza.  

Fioriture di Ambretta dei querceti con ospite.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizione di diverse escursioni che esplorano la parte alta della Valcanale. Gli interessati possono cercarle sulla pagina home del blog stesso, digitando "Valcanale" nella stringa di ricerca posta in alto a destra. Per chi è interessato ad esplorare più compiutamente la bassa Valcanale, raccomando due itinerari che partono dalla frazione Cerete di Ardesio. Il primo sale a Cacciamali per ridiscendere lungo la fittissima abetaia che delimita i suoi pascoli. L'altro si avventura fino a scoprire il mitico nevaio del Las, sul fondo della parete nord del monte Secco. 
https://dislivellozero.blogspot.com/2022/12/unanello-per-conoscere-il-suggestivo.html;
https://dislivellozero.blogspot.com/2023/08/cera-una-volta-un-nevaio-da-cerete.html.
Cartografia: L'escursione qui proposta è ben evidenziata sulla Carta escursionistica del Sentiero delle Orobie Orientali - scala 1:25.000, realizzata dal CAI di Bergamo e disponibile nelle librerie e cartolerie della Provincia, al prezzo di 10 euro. 

I tetti in ardesia di Albareti.




domenica 8 giugno 2025

Esplorando pascoli e cascine del Monte Trevasco, sentinella di Parra, capitale del popolo degli Orobi.

 🥾 Dislivello: circa 530 metri     ⌚ Durata: tre ore e mezza     📏Lunghezza: 8 chilometri

Gregge di pecore nei pascoli di Cascina Mafet.

Dal piccolo parcheggio in cima a via Campella, a Parre (700 m circa-i dettagli per arrivarci sono descritti nelle note tecniche in fondo al post) si sale a sinistra calpestando l'asfalto di una ripida strada privata. Siamo sul sentiero CAI N. 240 e seguiremo i suoi bolli biancorossi per un buon tratto di salita. In dieci minuti si raggiunge un bivio (750 m circa) dove le indicazioni ci fanno svoltare a destra. Per gli interessati, prendendo a sinistra si raggiunge il santuario della Santissima Trinità, con i suoi suggestivi porticati.

Prime viste sulle cascine del Monte Trevasco.

La traccia alterna tratti in mulattiera con l'asfalto od il cemento. Si incontra un secondo bivio in località Cà Larga de Sura (venti minuti dalla partenza) e, seguendo fedelmente i bolli biancorossi del CAI, si giunge ad un terzo bivio dove non si volta a destra ma si resta sull'asfalto. Dieci minuti dopo si lascia la strada per percorrere una mulattiera che risale nel bosco ceduo arrivando alla palina segnaletica verticale del trivio nei pressi della baita Cornèl de Sura (962 m-50 minuti circa dalla partenza). 

La radura dei cavalli sullo sfondo del Pizzo Formico.

Qui abbandoniamo il sentiero CAI n. 240 e seguiamo la direzione per il Monte Trevasco Ovest, calpestando l'asfalto e, più avanti, una cementata. La traccia, in una decina di minuti, ci porta ad attraversare una splendida radura dove  alcuni cavalli pascolano tranquillamente restando sullo sfondo del Pizzo Formico. Al termine della radura, governata da una cascina splendidamente ristutturata, si prende un tratto asfaltato che sale e rientra nel bosco. 

La cascina nei pressi della radura dei cavalli.

Da qui in avanti si incontrano edifici rurali perfettamente manutenuti, che da soli meritano l'escursione. Un quarto d'ora dopo aver lasciato la radura con i cavalli si incontra un altro bivio (1030 m circa - 1 ora e un quarto dalla partenza). Si tiene la destra salendo sulla cementata. Un quarto d'ora più tardi costeggiamo la cascina in località Cristofenet, posta a quota 1097 m., in posizione decisamente panoramica.
Cascina Cristofenet.

Il breve tratto con vista cessa cinque minuti dopo, quando si svolta a destra nel bosco per raggiungere la zona di Cascina Mafet, circondata da amplissimi pascoli dove incontriamo un nutrito gregge di pecore. Da qui lo sguardo si amplia sempre di più e si può salire l'ultimo tratto vagando lo sguardo dal fondovalle alle cime che circondano il Formico, dai pascoli alle cascine che governano i pascoli più lontani del Monte Trevasco. 

Cascina Mafet.

Si raggiunge la meta serpeggiando sull'asfalto per una ventina di minuti da Cascina Mafet, raggiungendo quindi la località Fenilecc (1230 m circa - un paio d'ore dalla partenza) dove, tempo fa, sono state ritrovate le tracce del primo tratto del famoso "Sentiero dei Castrù". Si tratta del percorso effettuato, in tempi di transumanza estiva, da generazioni di pastori parresi, per portare le loro greggi negli alti pascoli delle valli svizzere, attraversando la Val Brembana, il fondovalle della Valtellina, la Val Chiavenna, il Passo di Spluga raggiungendo infine i dintorni di Coira, affrontando un viaggio che durava, mediamente, una settimana intera.

Panorama da Fenilecc.

Per tornare al parcheggio la soluzione più semplice è quella di percorrere la stessa traccia della salita. Chi vuole variare un poco i panorami può arrivare al bivio che precede la bellissima radura dei cavalli, che dista, scendendo da Fenilecc, circa mezz'ora di discesa. Invece di tenere la sinistra per costeggiare la radura, si svolta a destra, scendendo lungo la striscia d'asfalto. L'ambiente offre viste nuove, più agresti, ma anche più "spettinate" e quindi più espressive della fatica quotidiana di pastori e contadini. 

In discesa, dopo il bivio nei pressi della radura con i cavalli.

Rimanendo sull'asfalto, in una ventina di minuti si cala fino a quota 880 m (50 minuti circa da Fenilecc) dove si incontra uno sterrato a sinistra che porta ad una cascina, oltre la quale la traccia sembra procedere verso est, scendendo in direzione di Parre. Siamo in località Squadersù, un tempo zona di coltivazioni minerarie, ora dedicata alla coltivazione del fieno ed al pascolo di ovini ed equini. Si arriva alla cascina, portando attenzione ai cani che fanno il loro mestiere, la si costeggia e si scende a riprendere l'asfalto che, poco sotto, passa accanto ad un paio di capannoni agricoli. 

Località Squadersù.

Proseguendo sulla stradina, in meno di mezz'ora, a quota 820 m, si ritrova, ad un bivio, il segnavia CAI che ci ha facilitato la salita. Voltando a destra, con pochi passi si arriva all'angolo dove i segni biancorossi ci fanno riprendere il sentiero nel bosco già percorso all'andata e che ci riporterà, in una ventina di minuti, al piccolo parcheggio di partenza (da Fenilecc si è camminato per circa un'ora e mezza).

Uno sguardo verso sud da Fenilecc.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 04-06-2025 - da nuvoloso a molto nuvoloso, con qualche goccia di pioggia in tarda mattinata.
Punto di partenza dell'escursione: Piccolo parcheggio posto al termine di via Campella, in Comune di Parre, che dista circa 32 km dal centro di Bergamo, percorribili in una quarantina di minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Dopo poche decine di metri da questo bivio, si volta decisamente a sinistra, salendo in direzione di Parre. Si superano un paio di tornanti e si arriva in paese. Si gira a destra, su via Costa Erta e la si percorre integralmente, girando a sinistra su via degli Spini, dove si trova, e si segue, una indicazione per la panchina gigante. Proseguendo diritti su via Spini, ci si inoltra in via Padre Regolini, al termine della quale si imbocca la stretta e ripida via Campella. che termina di fronte ad un piccolo parcheggio adatto a contenere 6 o 7 auto.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 530 metri di dislivello per una lunghezza totale di 8 chilometri.
Durata: Per compiere l'escursione qui descritta si cammina per circa tre ore e mezza, al netto delle soste.

Cascina in località Seret.

Il monte Trevasco nella storia dell'uomo: Questa zona riveste una grandissima importanza storica. I giacimenti metalliferi del monte Trevasco vennero sfruttati sin dalla fine dell'età del Bronzo, risalente a circa 3.000 anni fa. I minerali estratti (inizialmente il rame, poi il piombo durante la successiva età del ferro) venivano portati poco più a valle, dove venivano fusi e colati in matrici di pietra, al fine di realizzare prodotti ed utensili, da rifinire nelle officine del villaggio.  In località Castello, a partire dall'Ottocento, vennero alla luce manufatti bronzei deposti in un pozzetto nel V° secolo a.c.. Un secolo dopo, tra il 1983 e il 1984, specifiche campagne di scavo scoprirono le fondamenta di un antichissimo nucleo abitativo risalente all'età del ferro che può essere identificato come la mitica PARRA, capitale degli Orobi. Maggiori informazioni sul museo e sul parco archeologico poi realizzato sono disponibili sul sito: https://www.oppidumparre.it.

Primi passi in discesa.

Altre escursioni in zona: Dal parcheggio di via Campella parte un'altra bella escursione che raggiunge i panoramici pascoli del monte Alino e la splendida zona dominata dal monte Vaccaro. In questo blog trovate la descrizione dettagliata, cliccando sul seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/11/da-parre-al-rifugio-vaccaro-e-gli.html.
Partendo invece da Bratte, piccola frazione del Comune di Premolo, è possibile esplorare la Val Nossana, con un itinerario descritto in questo blog, consultabile al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/04/un-tuffo-nella-val-dossana-dove-sgorga.html.
Cartografia: Carta Turistico-Escursionistica della Provincia di Bergamo-Tavola 05.

Località Sapel.