mercoledì 13 novembre 2024

LIZZOLA: camminando tra i segni del tempo, sui passi di minatori, carbonai, contadini e malgari.

 
Lizzola, Redorta e Coca-foto di agosto 2022

Fino al 1959 si poteva raggiungere Lizzola (1250 m) soltanto a piedi o a dorso di mulo. Un sentiero partiva dalla chiesetta di Santa Elisabetta, attraversando le abitazioni più antiche di Bondione (870 m circa). Di questa traccia esiste una variante che, partendo dal Campeggio, risale la sinistra idrografica del vivace torrente.  Altrimenti si poteva utilizzare la vecchia mulattiera che, a tratti, taglia i tornanti della carrozzabile o, infine, si saliva dall'attuale sentiero che sale tuttora al Rifugio Curò, prendendo la deviazione per Valbona e risalendo la traccia che, nel passato, veniva utilizzata dai minatori per arrivare a sfruttare le vene metallifere del monte Pomnolo. 


Baite di Valbona dal sentiero che porta a Lizzola-foto di giugno 2023.


Poi venne costruita la strada che allacciava la frazione al fondovalle ed i suoi 500 abitanti di allora) non furono più isolati dal mondo. Oggi Lizzola rappresenta un piccolo paradiso per gli escursionisti. In particolare per coloro che amano camminare nella natura cercando i segni del tempo, lasciati dalle fatiche quotidiane dei nostri antenati, che hanno vissuto tra queste montagne nel corso dei millenni, cercando di sfruttarne le risorse per una vita che non fosse soltanto di mera sussistenza.


Lizzola e la valle del torrente Bondione, viste dalle baite di Redorta-foto di maggio 2023.


RAGGIUNGERE LIZZOLA DAL FONDOVALLE CON UN GIRO AD ANELLO

Il borgo non è solo un punto di partenza. L'escursione ad anello che, partendo da Bondione, calpesta le tracce lasciate da carbonai e minatori, offre spunti molti interessanti. In questo blog trovate il dettaglio di una camminata (https://dislivellozero.blogspot.com/2023/06/un-anello-da-valbondione-lizzola-per.html) che tocca le baite di Valbona (1300 m circa), raggiunge Lizzola e scende dal ripido sentiero che costeggia lo spumeggiante torrente Bondione.

Le Piane di Lizzola, viste da nord-foto di settembre 2022.


ALLE PIANE DI LIZZOLA

Dal punto più alto del paese (quartiere di Valletera) si cammina per raggiungere in breve le Piane di Lizzola, uno spettacolare angolo naturalistico circondato da incredibili panorami. In questo ambiente la storia quotidiana ha scritto pagine epiche e tragiche al tempo stesso. In seguito alla terribile pestilenza "manzoniana" del 1630, i superstiti di Lizzola (non più di 40 persone), abbandonarono il borgo ricostruendo le proprie case in fondo alle Piane, in località Campolì, così chiamata perchè anticamente vi si coltivava il lino.


Le Piane di Lizzola, in fondo alle quali venne edificato Campolì-foto di settembre 2022


In breve si formò un piccolo paese con tanto di chiesa e cimitero, mentre più a valle si coltivavano i primi campi di patate e si costruivano le stalle per le bestie. Fino a quando, durante un nevosissimo inverno, dalla valle del Crostaro scese una grossa valanga che distrusse il piccolo paese del Campolì seppellendo case, chiesa e campanile. Molte persone rimasero uccise e solo in tarda estate fu possibile recuperare le loro salme. Pare che ancora oggi si senta ancora il mesto suono delle campane sepolte assieme alla chiesa... Una tranquilla passeggiata sulle Piane viene descritta in questo blog. Il link è il seguente: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/alle-piane-di-lizzola-una-breve-e.html.


Pizzi Poris, Diavolo e Diavolino dalle Stalle del Tuf-foto di settembre 2022.

LE MINIERE ED IL PASSO DELLA MANINA

Le valanghe rappresentarono una tragica costante nella storia di Lizzola. Il 5 gennaio 1954 quattordici uomini furono travolti nel corso di una traversata, effettuata poco sotto la cresta del monte Flesio. Sette di essi si salvarono a stento. Le salme degli altri sette furono recuperate il giugno successivo, dopo lo scioglimento della neve. Morti e superstiti erano minatori, addetti a scavare nelle miniere della Manina che, nei secoli scorsi, era considerato il complesso minerario più importante della Lombardia. E per gli abitanti di Lizzola lo era ancora di più: nel 1938, esclusi una decina di emigrati in Francia, tutti gli uomini del paese lavoravano, maneggiando picconi e dinamite, in queste cavità.


Il passo della Manina-foto di agosto 2022.


Nel medioevo Lizzola dipendeva dalla pieve di Vilminore. I suoi morti dovevano quindi trovare sepoltura in Val di Scalve, trasportandoli a spalle dal sentiero che transitava dal passo della Manina. Nel periodo invernale la neve ne rendeva inaccessibile il valico. I defunti venivano pertanto  rinchiusi nelle loro bare, che restavano appese alle travi del tetto in attesa della primavera. Soltanto dopo il distacco amministrativo dalla Val di Scalve, avvenuto nel sedicesimo secolo, fu possibile utilizzare il cimitero di Bondione. 


Il punto di partenza del sentiero che porta alla Manina-foto di agosto 2022.


Un'escursione di un certo impegno (quattro ore di cammino, a superare 800 metri di dislivello) viene descritta in questo post. Percorrendo le tracce più volte calpestate nel corso dei secoli da minatori e malgari, l'itinerario parte da Lizzola e sale ai 1800 metri del Passo della Manina. Si percorre poi un tratto del Sentiero delle Orobie, abbandonandolo per raggiungere il Rifugio Mirtillo (1950 m). La discesa avviene lungo le piste da sci. Il dettaglio di questo itinerario è recuperabile a questo link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/08/da-lizzola-unescursione-circolare-per.html.


Le piane di Lizzola ed i monti Pomnolo e Cimone dal sentiero
 che porta alla Manina-foto di agosto 2022.


GLI IMPIANTI SCIISTICI

La carrozzabile realizzata nel 1959, che permise di raggiungere Lizzola con l'automobile ed i mezzi pubblici, rappresentò un evento importante per il borgo e l'Alta Valle Seriana. Soprattutto perchè, negli anni immediatamente successivi, vennero realizzati i primi impianti di risalita. Nel 1963 Lizzola contava circa 500 abitanti. Ogni domenica invernale triplicava la popolazione. L'Eco di Bergamo scriveva articoli entusiastici, confrontando ..."gli anni di vita grama (degli anni '50), in case inospitali e malsicure per i carichi a volte ingentissimi di neve. Con poche patate per sfamare i figli e rare caprette a tenue speranza di un domani meno stentato. La gente in età di lavoro logorata dalla miniera era per il 50% affetta da silicosi..." 


La zona degli impianti vista dalle baite di Redorta-foto di maggio 2023

"...La strada risolve questa situazione, potendo quindi sfruttare a livello turistico l'enorme potenzialità della zona in campo sciistico. Si grida al miracolo. Al turismo invernale si aggiunge quello estivo, si costruiscono villette.... Si ipotizza la realizzazione, a breve scadenza, della strada di congiunzione con la Val di Scalve, attraverso il valico della Manina... Nell'inverno del 1965 Lizzola è talmente recettiva che i suoi alberghi sono sempre saturi ed i turisti alloggiano in quelli di Valbondione, esaurendoli in poco tempo. Le magnifiche piste sono servite da ben quattro impianti, tutti funzionanti a pieno ritmo. La ricettività alberghiera non riesce a soddisfare tutte le richieste di alloggio..." 


Gli impianti di Lizzola scendendo dallo Sponda Vaga-foto di agosto 2024.

Poi la concorrenza con altre realtà turistiche invernali più attrezzate e "di tendenza"  ha ridimensionato le aspettative di sessant'anni fa. quando l'idea era quella, grazie all'impulso degli impianti di risalita, di rilanciare l'economia della Valle e ripopolare il piccolo borgo. Purtroppo, dai 500 abitanti del 1963, nonostante lo sci, la popolazione di Lizzola è precipitata a poco più di 100 unità, la metà esatta di quelli contati da Maironi da Ponte nel lontanissimo anno 1820, quando scrisse nel suo Dizionario Odeporico, che Lizzola ...si vede tutto a prati e pascoli, eccettuati alcuni tratti coltivati a patate, le quali vi prosperano assai; ed impedirono nei trascorsi ultimi due anni, che nessuno vi perisse di fame, caso terribile occorsovi antecedentemente più di una fiata (definizione arcaica intesa come "una volta", in senso temporale).


Il rifugio Mirtillo ed il Pizzo Coca-foto di agosto 2024.

Utilizzando gli impianti che portano fino al Rifugio Mirtillo, si può effettuare una placida camminata in un'area naturalistica di rilevante valenza ambientale, con soli 150 metri di dislivello, impiegando circa un'ora e mezzo. Il dettaglio è a questo link: https://dislivellozero.blogspot.com/2024/08/il-rifugio-mirtillo-la-cima-di-sponda.html



Lizzola-foto di giugno 2023.


Altre note:

Raggiungere Lizzola: Il borgo è una frazione di Valbondione e dista circa 58 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora e dieci minuti d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione.   All'ingresso di quest'ultimo paese si tiene la destra, si supera il centro e si percorre la S.P. 49 che, con sei tornanti e cinque chilometri, raggiunge Lizzola. 


 Alla Baita dell'Asta Bassa-foto di agosto 2022.


Bibliografia: Lo spunto per questo post è venuto dalla lettura del volume intitolato: LIZZOLA, dalla Repubblica di Scalve ad oggi, realizzato da Felice Bellini e Walter Pinessi con il patrocinio del Comune di Valbondione e della Contrada di Lizzola Alta – stampato nel luglio 1994. Il volume è disponibile nelle biblioteche della zona. Utilizzando la Rete Bibliotecaria Bergamasca (https://www.rbbg.it) può essere richiesto in prestito e consegnato nella biblioteca più vicina al domicilio degli interessati.

Il rifugio Case Rosse e le ex-baracche dei minatori-foto di agosto 2023.

Carte escursionistiche: L'area escursionistica che circonda Lizzola viene ben evidenziata in due recenti carte escursionistiche realizzate dalla sezione CAI di Bergamo, in scala 1:25.000. La prima è quella che copre tutto il territorio attraversato dal Sentiero delle Orobie orientali. La seconda è un aggiornata carta escursionistica della Val di Scalve. Entrambe sono in vendita nelle librerie specializzate di Bergamo e dell'Alta Valle e alla sede CAI di Bergamo, tel. 035 4175475,   https://www.caibergamo.it. 


Sul sentiero tra Valbona e Lizzola. Sullo sfondo il Vigna Soliva-foto di giugno 2023.





lunedì 14 ottobre 2024

Tre percorsi diversi per raggiungere Colle Palazzo ed i suoi pascoli, tra i più panoramici e "produttivi" della Valzurio.

Il Monte Secco e la Valcanale dai pascoli di Colle Palazzo
(foto di novembre 2023)

La Valzurio è un libro aperto sulla storia rurale ed economica dell'Alta Valle Seriana. Un volume illustrato da immagini spettacolari ed un racconto molto intimistico, perchè si parla di lavoro, di lotta per la sopravvivenza e poco altro. Oggi gli escursionisti la frequentano, restando spesso incantati da questa che definiscono come "area incontaminata". In realtà i pascoli, i boschi, i prati e persino le rocce della Valzurio risentono di un intervento antropico vecchio di secoli, se non di millenni.

Arrivo a Colle Palazzo salendo da Valzurio (foto di giugno 2018)

I sentieri, che oggi vengono percorsi durante le gite domenicali, nel passato erano calpestati da malgari, boscaioli, contadini, pastori, carbonai e produttori di calce. Senza scordare i minatori che salivano a scavare le vene di barite poste ai piedi del monte Ferrante e della Presolana. 

Colori d'autunno a Colle Palazzo (foto di novembre 2023)

Anche se remota, la Valzurio consentiva un accesso agevole dal fondovalle, offrendo risorse forestali e di pascolo non indifferenti. La zona più sfruttata, sin dal tardo Medioevo, era Colle Palazzo. Posto a 1300 metri di quota, questo grumo di edifici rurali era al centro di importanti direttrici di traffico commerciale, al punto da farne sede di importanti mercati, dove si trattavano lane, formaggi, bestiame ed altre merci legate all'indotto dei mestieri di pastore e malgaro. 

La prima cascina salendo da Ave. Sullo sfondo il Monte Redondo.
(foto di ottobre 2022)

Qui si incrociavano per affari, pastori, bergamini e commercianti scalvini e della Val Camonica, che vi giungevano dal facile valico del Colle Blum. Altri invece arrivavano da Valtellina e Valle Brembana, scendendo dalla Valcanale e risalendo da Ardesio ed Ave. Gli edifici tuttora presenti in Colle Palazzo mantengono una solida struttura dalle caratteristiche medioevali. 

Il piccolo borgo con la chiesetta di San Giacomo Apostolo. 
(foto di novembre 2023)

L'unico edificio scomparso è probabilmente quello che ha dato il nome alla località, anche se alcuni ipotizzano che il "Palazzo" fosse il grosso edificio tuttora utilizzato da un'azienda agricola posta negli immediati pressi della chiesetta dedicata a San Giacomo Apostolo. Poco pù a nord si trova una gigantesca dolina, forse la più grande di questo territorio caratterizzato da questi fenomeni carsici.

Uno sguardo verso i monti della Valgoglio. (foto di novembre 2023)

La fantasia popolare è convinta che il "Palazzo" insistesse su questa dolina e che, in una notte di tregenda, sia stato inghiottito e trascinato nelle viscere dell'inferno, in seguito ai comportamenti licenziosi e depravati dei suoi abitanti. Ancora nel secolo scorso, i bambini della Valzurio si tenevano alla larga da questa e dalle altre doline del Colle, nel timore di essere trascinati e portati via dal demonio.

I pascoli "custoditi" dal Monte Timogno (foto di ottobre 2022).

La particolare condizione climatica di questa zona, consente il caricamento dei pascoli per molti mesi all'anno. Fino a pochi anni fa, alcuni allevatori stanziavano il bestiame per otto-nove mesi consecutivi. E' un'area molto suggestiva, che merita una visita, anche solo per gli incredibili panorami sulle principali vette delle Orobie bergamasche: dalle dolomiti della Valcanale alle cime della Valgoglio; dall'imponente triangolo erboso del Timogno al poderoso monte Redondo. Nelle note successive, si suggeriscono tre escursioni che partono da punti diversi.

Splendida cascina a Case Campello. (foto di novembre 2023)

Note tecniche e culturali:

Raggiungere Colle Palazzo...: I pascoli di Colle Palazzo (1300 metri di quota) si raggiungono soltanto a piedi, Di seguito descrivo tre diverse possibilità per arrivarci:
...da Valzurio: Valzurio è una frazione di Oltressenda Alta, Comune sito in Alta Valle Seriana.  Dal centro di Bergamo dista circa 42 km, percorribili in poco meno di un'ora. Al bivio di Ponte Selva si prosegue per Valbondione, girando poi a destra verso Villa d'Ogna. Si prosegue quindi per sette chilometri, seguendo le indicazioni per Nasolino (sede del Municipio di Oltressenda Alta), dove la strada si restringe per raggiungere il piccolo borgo. 
Quale escursione si può fare? Si può effettuare un anello percorribile in circa 5 ore (quasi 2 ore per salire da Valzurio a Colle Palazzo; un'ora e mezza da qui per raggiungere le Baite del Moschel, un'ultima ora per ritornare a Valzurio). Il dislivello complessivo si aggira tra i 700 e gli 800 metri. Foto e dettagli dell'escursione si trovano in questo blog, al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/06/lanello-della-valzuriouna-rara-armonia.html.

La "Penzana dol Zanarì" (foto di giugno 2018)

...da Piazzolo di Ardesio: il borgo medioevale di Piazzolo dista circa 40 km dal centro di Bergamo, percorribili in cinquanta minuti d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Si superano la prima uscita e l'abitato di Ardesio, arrivando fino alla località Ponte Seghe dove si prende a destra via Leonardo da Vinci, che porta verso il centro di Ardesio. Superato il complesso scolastico ed il largo Alessandro Volta,  si individuano le indicazioni per Piazzolo- Il borgo si raggiunge percorrendo una stretta strada che sale fra i declivi per circa un chilometro. Poco prima della frazione si trova il parcheggio pubblico sulla sinistra, di fronte ad una decina di box di proprietà dei residenti di Piazzolo.
Quale escursione si può fare? Si può effettuare un anello percorribile in 3 ore abbondanti, percorrendo nove chilometri. Il dislivello complessivo supera i 600 metri. Foto e dettagli della escursione si trovano in questo blog, al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/10/un-anello-tra-piazzolo-ave-di-ardesio-e.html.

Prima immagine dei pascoli, salendo da Colle Bricconi
(foto di novembre 2023)

...da Contrada Bricconi: la suggestiva Contrada Bricconi, frazione di Oltressenda Alta, dista circa 40 km dal centro di Bergamo, percorribili in poco più di tre quarti d'ora d'auto. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si procede diritto, seguendo le indicazioni per Valbondione. A circa 4 km dal precedente bivio, si volta a destra, in direzione del centro di Villa d'Ogna. Superata la piazza del Municipio, si procede per un centinaio di metri, voltando a sinistra in via IV Novembre. Si costeggia la chiesa di Ogna e si volta a destra in direzione di Nasolino. Saliti tre tornanti si attraversa quest'ultimo borgo. Si prende via Presolana, arrivando al bivio con le indicazioni (frecce in legno) per Contrada Bricconi. Si sale per via Dossi (che Google Maps chiama via Plasso) e, in meno di un chilometro, si giunge al parcheggio di partenza dell'escursione.
Quale escursione si può fare? Si sale ai pascoli di Colle Palazzo ed al successivo borgo di Case Campello superando un dislivello di 650 per un totale di circa 10 km fra andata e ritorno. Si cammina  complessivamente per 4 ore. Foto e dettagli della escursione si trovano in questo blog, al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2023/11/da-contrada-bricconi-colle-palazzo-ed.html.

Il pascolo di Case Campello (foto di novembre 2023).

Cartografia: L'unica mappa in grado di offrire una visione d'insieme della zona di Colle Palazzo è la  Cartina escursionistica Alta Valle Seriana - Val di Scalve realizzata, in scala 1:40.000, dalle Edizioni Canova di Clusone. Nella mappa mancano alcuni sentieri, tra cui il tratto del sentiero delle Orobie Orientali che, da Colle Palazzo rientra a Piazzolo di Ardesio. La cartina è in vendita nelle librerie dell'Alta Val Seriana al costo di 11 €.

L'Oratorio di San Giacomo Apostolo a Colle Palazzo,
 risalente al XV secolo (foto di novembre 2023).


mercoledì 18 settembre 2024

Il borgo ed i pascoli di Cacciamali: un angolo di poesia nelle Orobie.

🥾 Dislivello: 250 metri        ⌚ Durata: meno di due ore        📏Lunghezza: circa 3,6 km

La chiesetta di Cacciamali. Sullo sfondo, da destra, il monte
Calvera ed i Pizzi Coca e Redorta (foto di dicembre 2022)

Cacciamali (1030 m s.l.m.) è un luogo del cuore, un'emozione tra le più intense per chi ama collegare le escursioni in montagna alla conoscenza della storia locale. Il piccolo nucleo si raggiunge camminando per una quarantina di minuti, dopo aver parcheggiato nella piccola frazione di Cerete (794 m), in Comune di Ardesio (nelle note i dettagli per arrivarci).

Casa fiorita di Cacciamali (foto di agosto 2023)

Il borgo è composto esclusivamente da edifici in pietra locale, sapientemente ristrutturati nel corso del tempo. La sua origine si perde nel buio documentale dell'Alto Medioevo. Prende il nome dalla famiglia Cacciamalus de Cacciamalis, i cui antenati acquistarono le terre circostanti dal vescovo di Bergamo Guala, nel 1185 (nelle note un approfondimento su questa famiglia). 

Nel "centro" di Cacciamali (foto di dicembre 2022)

Oggi le case di Cacciamali sono frequentate solo in estate. Dall'XI° al XIII° secolo erano sicuramente abitate tutto l'anno, in prevalenza da minatori che lavoravano la vena di una miniera d'argento di cui si ha riscontro storico in documenti datati a partire dall'anno 1078. Essi citano anche la presenza di "furni, furnelli e fusinas", giustificando un indotto molto significativo per quel periodo. 

Casa verso la fine del borgo (foto di dicembre 2022)

Chiuse le miniere, gli abitanti di Cacciamali si dedicarono all'agricoltura, coltivando cereali ed allevando animali da cortile. Il terreno dei dintorni era reso fertile dalle acque sotterranee nascoste nel ventre del monte Secco e che sgorgavano da numerose fessure, inumidendo coltivi e pascoli che si sviluppano ancora oggi a nord del borgo. Le fessurazioni del versante sud del Secco creano invece il corso d'acqua della Valle Nossana che disseta attualmente un terzo della popolazione bergamasca.  Nel XVII° secolo Cacciamali era abitata da 15 famiglie, per un totale di circa 100 persone. Nel marzo 1789 ne vennero invece censite soltanto 60. 

Cacciamali ed il Monte Secco visti da Ustigno,
frazione di Ardesio (foto di dicembre 2023)

La suggestiva chiesetta di Santa Maria Bambina, poco discosta dal grumo di case che compongono il borgo, venne probabilmente eretta nel 1545. Trent'anni dopo ricevette la visita pastorale di San Carlo Borromeo, che ne lasciò una breve descrizione: "...La chiesa aveva soffitto di assi, pavimento rotto, un altare disadorno ed era distante dall'abitato". Nel 1974 un masso, caduto dai ripidi pendii del monte Secco, sfondò il tetto della chiesetta. I successivi lavori di ristrutturazione riscoprirono alcuni affreschi risalenti al XVI° secolo.

I pascoli di Cacciamali e le Orobie innevate (foto di dicembre 2022)

Note tecniche e culturali:

Punto di partenza dell'escursione: Piccolo parcheggio che si trova a monte della contrada di Cerete, frazione di Ardesio. Il parcheggio dista circa 40 km dal centro di Bergamo, percorribili in 50 minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Si procede diritti, superando il bivio per Villa d'Ogna, il successivo abitato di Valzella ed il bivio per Ludrigno. Poco dopo la prima uscita per Ardesio, si trovano le indicazioni per Cerete-Cappella degli Alpini. Si svolta quindi a sinistra (via Monte Secco) in una stretta strada che, con una serie di sei tornanti, sale fino alla frazione di Cerete ed al suo piccolo parcheggio. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 250 metri di dislivello.  Tra andata e ritorno, si percorrono circa 3,6 chilometri.
Durata: La salita e la suggestiva passeggiata tra i pascoli impegna per un'oretta. Il ritorno quaranta minuti. Soste escluse. 

Ingresso nel borgo (foto di agosto 2023)

Breve descrizione dell'escursione: Dal parcheggio di Cerete si imbocca la storica mulattiera per Cacciamali.  Dopo pochi minuti l'acciotolato raggiunge la strada cementata utilizzata anche dai fuoristrada per salire alla piccola contrada. La traccia è segnata anche dai bolli biancorossi del sentiero CAI n. 264 e sale con buona pendenza, con alcune belle viste sul massiccio del Redorta. Le prime case del borgo si raggiungono in una quarantina di minuti. In aggiunta alla visita del nucleo abitato e della chiesetta di Santa Maria Bambina, si raccomanda di proseguire in piano in direzione nord. La camminata nei pascoli libera alla sguardo verso un paesaggio alpino di rara bellezza, con il primo piano del massiccio del Redorta, a cui fa da guardaspalle il Pizzo Coca. Il punto d'arrivo, raggiungibile senza apprezzabile dislivello, è un dosso dove campeggia un boschetto di imponenti latifoglie, poste a sentinella della fitta abetaia che digrada verso la Valcanale (meno di un quarto d'ora da Cacciamali). 

Panorama dal dosso dove termina l'itinerario (foto di dicembre 2022)

La "Misericordia Cacciamali": La famiglia Cacciamali viene ricordata anche per aver fondato, nel lontano 1398, la "Misericordia Cacciamali" che, grazie all'ingente lascito di Marchesio Cacciamali, erogava sussidi annuali a favore delle famiglie povere delle diverse frazioni di Ardesio (ad eccezione di Bani).  L'amministrazione del lascito era nelle mani di nipoti e pronipoti dei Cacciamali. Come succede spesso anche nelle migliori famiglie, ci furono amministratori degni ed altri che abusarono del loro mandato, procurando debiti per proprio conto sulla sostanza del legato. Nel 1891, quel che restava della Misericordia Cacciamali venne convogliata nella Congregazione di Carità.

Cacciamali visto da nord.

Altre escursioni che attraversano Cacciamali : In questo blog vengono proposte altre due escursioni che raggiungono il borgo di Cacciamali, proseguendo poi a realizzare un anello che scopre altre suggestioni in un territorio ricco di storie e panoramio. I link di collegamento sono:
https://dislivellozero.blogspot.com/2023/08/cera-una-volta-un-nevaio-da-cerete.html
- https://dislivellozero.blogspot.com/2022/12/unanello-per-conoscere-il-suggestivo.html
Cartografia: Nella Carta del Sentiero delle Orobie Orientali, realizzata dal CAI di Bergamo in scala 1:25.000 si ha evidenza della zona e del tracciato che porta da Cerete a Cacciamali. Non sono però indicati i due anelli che portano in Val del Las e in Valcanale, per poi rientrare a Cerete. La carta è in vendita nelle librerie dell'Alta Val Seriana e presso la Sezione del CAI di Bergamo (costo 10/11 €).

"Villette a schiera" a Cacciamali.