martedì 6 maggio 2025

Da Piario un anello che attraversa il Serio ed i boschi della Costa del Vaccaro, con ritorno "ondeggiante" sul Put che bala.

🥾 Dislivello: circa 250 metri       ⌚ Durata: due ore e un quarto      📏Lunghezza: 7 chilometri

I pascoli fioriti di Piario. Sullo sfondo il monte Fortino (1294 m).

Si parte da Piario (540 m circa) dopo aver parcheggiato accanto ai giardini pubblici situati tra Via Mazzini e via Foppa. Si attraversa la strada provinciale n. 51 e si prende brevemente a sinistra, fino ad arrivare al punto in cui via Mazzini si trasforma in via Speranza. Proprio qui diparte una mulattiera che scende a raggiungere i pascoli che costeggiano la sponda sinistra del fiume Serio.

Primo sole su Cascina Bròseda.

Arrivati al termine dell'acciatolato si prende lo sterrato di sinistra che, in breve, giunge accanto a Cascina Bròseda, probabilmente la più antica del paese. Poco oltre si calpesta l'asfalto e, voltando a destra in via De Gasperi, si raggiunge in pochi minuti la passerella pedonale che attraversa il Serio (520 m circa-dieci minuti dalla partenza). 

Dal ponte pedonale: panorama sul Pizzo del Diavolo.

Raggiunta la riva opposta si entra in un ombreggiato parco pubblico. Si cammina sulla ciclopedonale, voltando a sinistra al primo bivio e giungendo in breve in via Giovanni Festi. Pochi passi, ancora a sinistra. e si imbocca via Principe Umberto, percorrendola fino ad incontrare la Strada Provinciale n. 49 della Valle Seriana Superiore (515 m-venti minuti dalla partenza- percorsi 1, 5 km).

Dal ponte pedonale: la vista verso sud, a sinistra i tetti di Piario ed il Pizzo Formico.

Si attraversa la SP 59 e, voltando a sinistra, la si costeggia brevemente in direzione sud. Dopo meno di 200 metri si trova una sterrata, che rientra verso destra e, dopo un breve tratto in piano, prende a salire nel bosco ceduo con una serie di serpentine. Si recupera rapidamente quota e, dopo cinque tornanti, si raggiungono due cascine (circa 605 metri-40 minuti dalla partenza). Qui si trova un bivio dove si pianeggia tenendo la sinistra ed incontrando, poco dopo, il primo segnavia del percorso (un semplice bollo rosso).

Arrivo alla cascina di quota 605 m.

Continuando a tenere la sinistra, si procede in piano nel fitto bosco ceduo che ombreggia la Costa del Vaccaro. Raggiungiamo l'ennesimo bivio, dove entrambe le direzioni sono segnalate con bolli rossi. Continuiamo a tenere la sinistra con andamento pianeggiante. Dopo una ventina di minuti dalle due cascine si incontra un ennesimo bivio composto da un sentiero che scende deciso a sinistra e la nostra traccia che, stavolta, pianeggia tenendo la destra. Proseguiamo diritti e, in pochi minuti si raggiunge una sorgente con piccola vasca per l'abbeverata del bestiame, dove riprendiamo a pianeggiare tenendo la sinistra, ignorando una traccia che sale a destra. 

Erba-Perla Azzurra in fiore nel bosco della Costa del Vaccaro.

Finalmente si arriva ad un bivio (parzialmente) segnalato (circa 650 metri di quota, 3,5 km ed un'ora e un quarto dalla partenza). L'indicazione è per il Monte Alino (salire a destra). Il nostro itinerario invece prosegue sulla traccia di sinistra, scendendo in leggera pendenza. Dopo nemmeno cinque minuti raggiungiamo la bella Cascina del Ciliegio, che regala anche un significativo panoramo, ricco di contrasti su Martorasco, il fiume Serio, Piario, l'imponente fabbrica di tecnopolimeri, con il Sapél Nè a fare da sfondo.

La Cascina del Ciliegio (a 650 metri di quota).

Dopo la sosta si raggiunge l'ingresso del vialetto d'accesso alla cascina, voltiamo a sinistra su una stradina cementata, che scende con decisione lungo il fianco sinistro della boscosa Valle dei Frati. Dopo una ventina di minuti si scorge un fabbricato sulla sinistra, dove si dirige anche la cementata, che ha come meta il piccolo borgo rurale di Martorasco. Siamo ad un bivio evidenziato da un cartello che impedisce il transito ai motocrossisti.  Qui giriamo a destra, seguendo un'evidente traccia nell'erba. Pochi passi in piano ci portano verso un bel muretto a secco dove, d'un tratto, la traccia scompare. 

La traccia nell'erba...

Scendiamo in diagonale nel prato fiorito ed individuiamo subito una struttura in cemento atta all'accumulo del letame. La traccia riprende, ben evidente, a lato del letamaio stesso e si trasforma ben presto in asfalto. Camminandoci sopra per altri cinque minuti si incontrano i primi fabbricati della frazione di Sant'Alberto. Siamo in via Grumello, che scende dolcemente compiendo un'ampia curva proprio nei pressi della Cooperativa Sociale Sottosopra, al termine della quale l'asfalto si biforca.

La Costa del Vaccaro dai prati alti di Sant'Alberto.

Scendendo a destra si raggiungerebbe, a vista, la strada provinciale n. 49. Noi imbocchiamo invece, a sinistra, via Sant'Alberto, che pianeggia tra belle villette e piccoli capannoni artigianali (e niente traffico) fino a raggiungere l'omonima piazza, dove si può ammirare la casa natale del Beato Alberto di Villa d'Ogna (dettagli storici nelle note tecniche). 

Il Pizzo Formico dai tetti di Sant'Alberto.

Si attraversa la provinciale sulle strisce pedonali portandoci di fronte al Ristorante Moro, accanto al quale si trova l'accesso per il ponte ballerino (o Put che bala, in dialetto-500 m di quota, due ore circa dalla partenza, percorsi 5,7 km). Lo attraversiamo, verificando personalmente che, in effetti, vi si può danzare a buon ritmo, soprattutto se si incrociano persone che provengono dal lato opposto.

Ol put che bala, visto dalla sponda piariese.

Raggiunta l'altra sponda teniamo la sinistra calpestando l'asfalto della ciclopedonale che, in una decina di minuti, ci riporta, tra splendide fioriture di aglio orsino e belle viste sul fiume Serio, al grande pascolo sul quale siamo scesi all'inizio della nostra escursione. Arrivati ad un bivio possiamo scegliere se circumnavigare il pascolo in senso antiorario per ritrovarci sul medesimo tracciato dell'andata o se tenere la destra (in direzione di Candrietti) che ci porta a deviare, ancora a destra, su un erto ma breve strappo nel bosco che ci deposita proprio di fronte al punto di partenza dell'escursione.

I pascoli di Piario visti dal punto di partenza (e arrivo) dell'escursione.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 02-05-2025 - Tempo bello.
Punto di partenza dell'escursione: Per raggiungere Piario si percorre la provinciale della Valle Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si gira a destra in direzione di Clusone.  Risaliti due tornanti si arriva ad una rotonda, dove si prende a sinistra la Strada Provinciale 51 che, attraverso la pineta di Clusone, porta all'Ospedale di Groppino ed al successivo abitato di Piario. Alle prime case del paese si tiene la sinistra (via Monsignor Speranza) attraversando il centro abitato (strada stretta a doppio senso; andate piano). Dopo il Municipio e la Farmacia si supera anche un parcheggio che resta sulla sinistra, individuando, cento metri dopo, sulla destra, il piccolo parco giochi con gli stalli dove parcheggiare. Dal centro di Bergamo sono poco più di 33 km, percorribili in circa tre quarti d'ora.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 250 metri di dislivello per una lunghezza totale di 7 chilometri.
Durata: Per compiere l'intero anello si cammina per poco più di due ore e un quarto, al netto delle soste.

La costa e la cresta del Vaccaro viste da Piario. L'itinerario pianeggia nel
bosco all'altezza della cascina al centro dell'immagine 
(foto invernale).

La casa natale del Beato Alberto: Questo edificio assume particolare interesse dal punto di vista storico. Nel corso della sua plurisecolare esistenza (risale all'XI° secolo) si trasforma in diverse destinazioni d'uso. Edificata come casa contadina poco prima della nascita del Beato, alla sua morte i conterranei, grazie anche ai suoi lasciti, la ampliarono, costruendo una chiesa con annesso ospedale (uno dei primi dell'intera Val Seriana). Nel 1600 il complesso viene trasformato in un monastero, rimanendo tale fino all'avvendo degli editti napoleonici. Venne quindi acquistato da privati poco prima di essere sepolto, nel 1823, da un'imponente frana staccatasi dalle pendici del monte Vaccaro. Nel 1903, in seguito alla traslazione delle spoglie del Beato Alberto nella parrocchiale di Villa d'Ogna, è iniziato un recupero parziale della casa natia, in cui restano ancora tracce dell'antico convento.
Ol put che bala da sponda a sponda (foto invernale).

Altre escursioni in zona: Dal cimitero di Piario parte un'escursione che raggiunge la panoramicissima vetta del Sapèl Né, che divide il minuscolo altipiano piariese dalla ben più grande piana di Clusone. Ne trovate la descrizione dettagliata, cliccando sul seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/da-piario-alla-vetta-del.html.
Cartografia: Quest'area è trascurata dalle principali carte escursionistiche delle Orobie. 

In primo piano i fabbricati della Manifattura Festi Rasini, fondata nel 1889
e attiva fino all'anno 2011. Nel 1940 vi lavoravano circa 1.400 dipendenti.

lunedì 14 aprile 2025

Un anello da Grumetti a Maslana: tra gorghi e cascate, pascoli e ghiaie, inseguendo le tracce della vita quotidiana nel passato.

🥾 Dislivello: circa 400 metri    ⌚ Durata: quasi tre ore   📏Lunghezza: 6 chilometri e mezzo

Case Caffi, una delle quattro contrade di Maslana.

L'escursione prende forma dal parcheggio di Grumetti (circa 970 m-nelle note tecniche la descrizione per arrivarci con mezzi privati). I primi centro metri sono su asfalto. Due tornanti salgono ad una cappelletta, a destra della quale si prende un'indicazione per la mulattiera delle cascate ed il rifugio Curò. Un deciso strappo porta, in cinque minuti, ad un successivo bivio, dove le tracce per le due destinazioni si dividono. Noi pianeggiamo a sinistra, seguendo la mulattiera che ha come destinazione l'Osservatorio floro-faunistico.

La cappelletta dove si volta a destra, sul sentiero n. 305B

In questo tratto, volgendo a sinistra impressiona l'imponente massiccio del Pizzo Coca e l'edificio dell'omonimo rifugio, che si staglia, minuscolo, come un nido d'aquila sulla valle e sull'erto sentiero che lo congiunge a Valbondione. Dopo un quarto d'ora dalla partenza si supera un torrente che scende dalle pendici del monte Pomnolo. Poco oltre una freccia con la scritta "Osservatorio" ci fa voltare a destra. La traccia si restringe, tramutandosi in un agevole sentiero, ora segnalato da bolli giallorossi. 

Il sentiero nella faggetta, segnalato dai bolli giallorossi.

Si inizia a salire in una fitta faggeta, prendendo rapidamente quota con divere serpentine. Alcuni tratti sono decisamenti ripidi. Ci troviamo sul sentiero dei carbonai, che unisce le contrade di Maslana e Valbona alla frazione di Lizzola. Sul percorso si incontrano numerosi spiazzi (gli "aral") dove si realizzava il carbone a legna utilizzato dalle fornaci della Torre e di Gavazzo. In un tempo ancora più remoto questo percorso era denominato "la strada dei buoi": per secoli venne calpestato da questi bovini, ma anche da greggi  ed altre mandrie. 

Un aral segnalato con cartelli didattici sul "sentiero dei carbonai".

Dopo tre quarti d'ora dalla partenza, il sentiero finalmente spiana. Restando sulla quota di circa 1.200 metri s.l.m. si raggiunge un evidentissimo bivio. Chi ha fretta di raggiungere Maslana può scendere a sinistra. Noi tiriamo diritto, in direzione dell'Osservatorio floro-faunistico. In falsopiano, impiegando una decina di minuti (circa 2 km dalla partenza) si raggiunge una bellissima radura, dove lo sguardo si apre su uno splendido circo di rocce e dirupi. 

Il triplice salto delle Cascate, visto salendo all'Osservatorio.

Anche da qui, volgendo verso sud, si potrebbe raggiungere rapidamente Maslana, ma bastano pochi passi per individuare il rivolo che disegna il primo salto (il più alto) delle Cascate del Serio. E' troppo forte la tentazione di continuare a salire verso nord. Si prova la stessa sensazione che pervadeva i viaggiatori del passato quando, al tonante rombo che li aveva accompagnati durante l'avvicinamento, si aggiungeva la vista incomparabile del triplice salto d'acqua. Oggi il fragore è scomparso, ed anche il rigagnolo che precipita dal piano del Barbellino è ben poca cosa rispetto all'imponente getto dei tempi precedenti la costruzione della diga, ora visibile soltanto alcuni giorni l'anno. 


La sede dell'Osservatorio floro-faunistico.

Lo spettacolo che via via si apre risalendo la strada forestale che, in meno di venti minuti dalla radura porta all'Osservatorio, è meritevole sotto ogni punto di vista. L'edificio (1340 m-un'ora e mezzo dalla partenza), che sfrutta come parete anche un grosso masso erratico, è stato ricavato ristrutturando una vecchio ricovero utilizzato dai pastori durante le transumanze. Lo sguardo è catalizzato dalle cascate, ma anche verso sud il panorama è grandioso: il soleggiato pianoro delle baite di Maslana, le anse del Serio che riempiono la radura da cui siamo saliti e l'imponente mole del Pizzo della Corna completano uno scenario veramente di "alta montagna".

Il pianoro con le contrade di Maslana (ed i disturbanti tralicci)
visto dalla salita all'Osservatorio floro-faunistico.

Tornati alla radura precedente, si imbocca il sentiero con l'indicazione del Rifugio "Goi del Cà". Stiamo calpestando le tracce del sentiero CAI n. 332, il cosiddetto sentiero invernale per il Rifugio Curò. In un quarto d'ora si arriva ad un suggestivo ed antico ponte in pietra che si attraversa per raggiungere  Piccinella. Ma, prima di raggiungere questa contrada, ci togliamo lo sfizio di andare alla ricerca di uno spettacolare balconcino che, da oltre un secolo, consente di ammirare in sicurezza uno dei gorghi più famosi del fiume Serio.

Il "Goi del Cà" (particolare).

Per arrivarci, subito dopo il ponte e prima di raggiungere le case di Piccinella, troviamo una traccia sulla sinistra che scende in un rado boschetto digradante verso il fiume. Bastano pochi minuti per individuare una ringhiera in ferro sospesa sul precipizio. Appoggiandosi al parapetto è possibile annegare lo sguardo nella limpida e profondissima pozza che riceve le turbinose acque del Goi del Cà mentre, a destra, si ammira un cascatella che scende dalle pendici del monte Pomnolo. La gente del posto l'ha battezzata con il nome di "acqua cattiva", probabilmente perchè ricca di minerali ferrosi. Nonostante la protezione del parapetto installato dal CAI alla fine dell'ottocento, si raccomanda la dovuta prudenza e di evitare la visita in caso di terreno bagnato e sdrucciolevole.

L'"acqua cattiva" del Monte Pomnolo.

Risaliti a Piccinella (1192 m), si prosegue pianeggiando in direzione sud, raggiungendo il terrazzino erboso posto all'ingresso di "Ca' Sura", un cascinone ben ristrutturato, posizionato in una splendida e soleggiatissima posizione. Sulla facciata dell'edificio si nota un'artistica meridiana arricchita da una scritta in dialetto: "I Ca' Sura i te dis l'ura (le case di sopra ti dicono l'ora)". 

Ca' Sura.

Mentre il sentiero CAI resta più in basso, noi prendiamo una traccia che unisce Ca' Sura con contrada Caffi, guardando quindi dall'alto i tetti in ardesia di Case Polli e del rifugio Goi del Cà, la facciata del quale è colorata da una fila di bandierine di preghiera tibetane. Le quattro contrade di Maslana sono molto vicine tra loro e compongono un ambiente molto armonico con i prati ed i pascoli che le circondano. L'unico elemento disturbante sono i tralicci dell'alta tensione, che svettano, invasivi ed ingombranti, sulle case di pietra viva, perfettamente restaurate dopo il terribile incendio di aprile 1979, che aveva raso al suolo questo villaggio alpestre di storica memoria.

Case Polli.

Nel breve tratto di circa 500 metri che divide Piccinella da Case Caffi lo sguardo viene spesso distratto dalle imponenti moli del Pinnacolo e del Corno, sulle cui pendici è possibile intravvedere i manufatti in cemento del piano inclinato, realizzato ai tempi della costruzione della diga del Barbellino, anche per trasportare il personale addetto dal fondovalle al cantiere. Gli operai viaggiavano su vagoncini scoperti e non erano pochi quelli che si bendavano per mitigare la paura delle vertigini.

Il Pinnacolo e, più sotto e a sinistra, il piano inclinato.

Attraversata la piccola e compatta contrada di Case Caffi (circa 1170 m) si incontra un bivio. A sinistra si scende verso i parcheggi di partenza, a destra si potrebbe salire in pochi minuti verso il visibile piano inclinato che, proprio qui, sfiora l'abitato di Maslana. Scendiamo quindi nella fitta faggeta, solcando un'evidente traccia che, in una ventina di minuti si ricollega con il sentiero CAI n. 332 e, poco dopo, termina al piccolo parcheggio di Pianlivere. Per raggiungere quello di Grumetti basta risalire la strada asfaltata. Terminata una breve salita, si gira a sinistra, percorrendo in piano un centinaio di metri che ci dividono dalle nostre auto (poco meno di un'ora e mezza dall'Osservatorio floro-faunistico).

Valbondione ed il Pizzo della Corna, visti da Maslana.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 10-04-2025 - Tempo nuvoloso.
Punto di partenza dell'escursione: Parcheggio in località Grumetti di Valbondione, nei pressi della teleferica che sale a Maslana. Lo stazionamento dista circa 55 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le relative indicazioni e percorrendo la Strada Provinciale 49. All'ingresso di Valbondione si tiene la destra, attraversando il centro del paese. Superata la chiesa parrocchiale si imbocca via Beltrame percorrendola fino a raggiungere via Pianlivere, che termina al parcheggio di Grumetti.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: circa 400 metri di dislivello per una lunghezza totale di 6,5 chilometri.
Durata: Per compiere l'intero anello si cammina per quasi tre ore, al netto delle soste.

Contrada Piccinella.


Nel Comune di Valbondione il parcheggio si paga?: Da quest'anno (2025) i parcheggi di proprietà comunale presenti nel territorio di Valbondione sono a pagamento dal 01 giugno al 31 ottobre.  In questo periodo occorre quindi premunirsi di ticket gratta e sosta presso l'ufficio turistico di Valbondione o negli esercizi commerciali convenzionati.  Il costo giornaliero è di 3 (tre) euro. Maggiori info sul seguente sito: https://www.turismovalbondione.it/modalita-di-pagamento-del-parcheggio-a-valbondione.

Il primo salto delle Cascate del Serio, poco dopo la radura.

Altre escursioni in zona: Maslana è una delle mete preferite di questo blog, che regala emozioni e poesia ad ogni occasione. Trovate la descrizione di altre tre escursioni, effettuate in diverse stagioni dell'anno, cliccando sui seguenti link:
Cartografia: La traccia interessata dall'anello è parzialmente evidenziata nella carta escursionistica del Sentiero delle Orobie orientali, realizzata dalla sezione CAI di Bergamo in scala 1:25.000.

Zoom sulla stazione d'arrivo del piano inclinato.




martedì 1 aprile 2025

Un breve e panoramico anello che congiunge Onore alla Valle di Tede ed all'Altipiano di Pu.

🥾 Dislivello: circa 150 metri    ⌚ Durata: un paio d'ore   📏Lunghezza: 5 chilometri e mezzo

Vista sulla Presolana dalla cascina di quota 700.

L'escursione prende il via dal parcheggio di Piazza Pozzo ad Onore (687 m-nelle note tecniche i dettagli per arrivarci).  Si inizia a camminare scendendo lungo via Fantoni, arrivando ad imboccare via Corni e seguendo le indicazioni per la Valle di Tede. Proseguendo diritti, si supera il cartello indicante l'ingresso nel PLIS (parco locale di interesse sovracomunale) del Monte Varro. La strada diventa sterrata e si continua a costeggiare il torrente Gera. In tempi molto remoti, questo corso d'acqua andava a confluire nel bacino del fiume Serio. In seguito alle glaciazioni avvenute nel Quaternario, che hanno plasmato l'altipiano di Clusone, il Gera ha cambiato completamente corso, unendo le proprie acque a quelle del bacino idrografico della Val Borlezza.

Il bivio dove tenere la sinistra (a destra si va alla Fattoria della Felicità.)

A poco più di venti minuti dalla partenza si giunge al bivio che, a destra, porterebbe all'Agriturismo denominato Fattoria della Felicità. Noi restiamo invece sulla sterrata di sinistra, pianeggiando ancora per una decina di minuti fino ad un successivo bivio (700 m di quota-poco meno di 2 chilometri dalla partenza). Qui si sale, prendendo la carrareccia di destra che porta ad una proprietà privata. Da questo punto, per un lungo tratto, la segnaletica è pressochè inesistente. E' alquanto strano, visto che questo tracciato è descritto nella cartina dei sentieri realizzata dal locale Ufficio del turismo. 

Alle spalle il ghiaione di salita.

Dopo pochi minuti di salita, in prossimità dell'ingresso della proprietà privata, si abbandona lo sterrato e si prosegue diritti, sull'esile traccia di un sentiero che calpesta il greto di un rio, in secca da tempo immemorabile. Poco oltre, il greto si trasforma in un largo ghiaione, dove sono evidenti i profondi solchi di mezzi motorizzati che lo hanno ripetutamente percorso e danneggiato, cancellando così ogni traccia del sentiero che tuttora viene riportato anche da alcune applicazioni software dedicate all'escursionismo. Soprattutto le sponde risultano molto rovinate, sulle quali i ripetuti passaggi hanno aperto profonde buche. Anche per questo conviene camminare restando al centro dell'alveo in secca.

La freccia indicatrice della svolta a destra, in direzione della cascina.

Trascurando quindi le deviazioni che portano e riportano sulle sponde, si sale nel greto per circa 800 metri fino a che, in alto a destra tra gli alberi, si intravvede una cascina. Subito dopo si trova la prima indicazione utile: una freccia verde brillante che ci impone di svoltare decisamente a destra (800 metri di quota-un'ora circa dalla partenza). 

Fioriture di erba trinità nei pressi della cascina.

Nonostante la freccia, il sentiero non è per niente evidente. Nel dubbio raggiungiamo la cascina intravvista dal basso. E' un fabbricato rurale ben tenuto, da cui si gode un bel panorama sul massiccio della Presolana.  Dal retro della cascina, calpestando il prato che scende dolcemente, si raggiunge un casotto in cemento, da dove si individua, nel bosco che si sviluppa poco più in basso, una larga sterrata ben segnalata da un'altra freccia color verde brillante. Raggiuntala, la si percorre in discesa per un centinaio di metri, incontrando finalmente, sulla sinistra, una freccia gialla del Danilo Trail. E' la denominazione del tragitto che, in teoria, staremmo percorrendo sin dalla partenza. 

La freccia gialla del Danilo Trail (unico segnavia del tracciato).

Da qui il tracciato si fa suggestivo e panoramicamente più interessante. Il sentiero sale in un bel bosco misto, tra una moltitudine di fioriture. Appena la vegetazione si dirada, la traccia passa alta sopra la Fattoria della Felicità (770 m circa, poco meno di un'ora e mezzo dalla partenza) regalando una bella vista a 180° sui monti sovrastanti Clusone, su Cima Parè, Castione e sulla Presolana.

Foto dall'alto della Fattoria della Felicità.

Il percorso procede a saliscendi, alternando tratti nel bosco ad altre belle vedute e, in un quarto d'ora, porta alla Costa dell'altipiano di Pu (780 m), che vanta una tradizione secolare legata alla pastorizia. L'ambiente, poco noto e frequentato ancora meno, è costituito da ampi pascoli e sobrie cascine. Lo sterrato prosegue restando sulla costa. A sinistra si ammirano prati verdissimi che salgono dolcemente sulla cima dell'altipiano. A destra lo sguardo si apre sino ad abbracciare il lontano massiccio dell'Alben.

I prati dell'Altipiano di Pu.

Dopo una decina di minuti, si arriva ad un bivio presidiato da una statua in legno raffigurante un podista, probabilmente dedicata alla denominazione del tragitto che stiamo percorrendo. Due frecce, una verde brillante e l'altra rossa, ci invitano a svoltare a sinistra. Noi invece tiriamo diritto, scendendo gradualmente, prima su sterrato, poi su cementato ed infine su asfalto, fino ad arrivare ad un bivio. Qui teniamo la destra imboccando via Castello (700 m circa-mezz'ora dalla Fattoria della Felicità) in fondo alla quale, proseguendo diritto, in pochi minuti si ritorna al parcheggio di partenza.

Alla Costa di Pu.

Note tecniche:

Data dell'escursione: 28-03-2025 - Nuvoloso, con foschie in quota in progressivo aumento.
Punto di partenza della passeggiata: Piazza Pozzo, all'ingresso dell'abitato di Onore. Dal centro di Bergamo dista circa 40 km, percorribili in tre quarti d'ora d'auto. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si volta a destra, seguendo le indicazioni per Clusone e Schilpario. Dopo Clusone si supera anche la rotonda all'altezza di Rovetta e si procede in direzione di Castione.  Un chilometro oltre, mal segnalata da un cartello stradale reso illeggibile dal tempo e dalle intemperie, si prende la strada a destra in direzione di Onore e Songavazzo. Dopo cinquecento metri si arriva a un bivio e si volta a sinistra, raggiungendo le prime case di Onore. Superato il cimitero, alla prima rotonda si prende la seconda uscita, imboccando via Fantoni. Dopo un centinaio di metri si arriva in Piazza Pozzo. Sulla sinistra si trova un parcheggio gratuito che può ospitare una dozzina di auto.
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: L'anello qui descritto realizza circa 150 metri di sola salita. Il percorso complessivo misura cinque chilometri e mezzo. 
Durata: L'anello si percorre in meno in un paio d'ore, al netto delle soste. 

La Presolana dall'Altipiano di Pu.

Altre escursioni in zona: In questo blog trovate la descrizione di due escursioni che calpestano sentieri nel territorio di Onore. Entrambe sono un po' più impegnative della passeggiata presentata in questo posto. I link di collegamento sono i seguenti:
https://dislivellozero.blogspot.com/2024/07/da-onore-cima-buldet-una-faticosa.html;
https://dislivellozero.blogspot.com/2022/12/da-songavazzo-ai-prati-di-falecchio-e.html
.
Cartografia: Negli uffici e sul sito dell'infopoint di Borghi della Presolana (https://borghipresolana.com) è disponibile una mappa in scala 1:20.000, con evidenziato questo itinerario ed un'altra decina di possibili escursioni effettuabili in questa zona. Le descrizioni sono molto sintetiche.

Il rientro ad Onore. Sullo sfondo il monte Alben.


sabato 15 marzo 2025

Otto passeggiate ed escursioni con belle viste sui laghi d'Iseo e di Endine.

 

Fonteno, scendendo dal sentiero che porta al monte Creò. Foto di ottobre 2017

Questo blog riporta passeggiate ed escursioni che si svolgono prevalentemente nelle Orobie bergamasche. Tra quelle panoramicamente più significative, ho selezionato otto proposte che hanno avuto la fortuna di ammirare dall'alto gli specchi d'acqua del Sebino e del Lago di Endine.

Bossico: il Sebino dalla località Sette Colli. foto di luglio 2010

IL LAGO D'ISEO DALL'ALTIPIANO DI BOSSICO
Bossico è un paese di circa 1.000 abitanti situato su un altipiano che domina la Val Borlezza, l'alta Vale Cavallina ed il Sebino. Il suo territorio, costellato da fitte abetaie e da splendidi pascoli, offre una miriade di itinerari adatti ad ogni tipo di escursionismo. In questo blog trovate la descrizione di una breve passeggiata dal dislivello trascurabile che, partendo dalla località Sette Colli, si affaccia su uno spettacolare balcone sul Sebino per poi tuffarsi nei fitti e freschissimi boschi dell'altipiano. Il link è il seguente: https://dislivellozero.blogspot.com/2020/09/sullaltipiano-di-bossico-tra-i-panorami.html.

Località San Fermo, ai piedi del monte Colombina. Foto di settembre 2020.

L'altra proposta è un po' più impegnativa (500 metri di dislivello per 11 km, percorribili in 4 ore) e percorre un anello destinato a portarvi sulla cima del monte Torrione. La fatica viene ampiamente ripagata da spettacolari viste sulle Orobie e sul Lago d'Iseo. Trovate foto e tutti i dettagli necessari qui: https://dislivellozero.blogspot.com/2016/12/una-passeggiata-nei-boschi-di-bossico.html.

Località Font, sopra Fonteno. Foto di dicembre 2023

SGUARDI SUL SEBINO PARTENDO DA FONTENO
Il piccolo Comune di Fonteno (circa 500 abitanti) è adagiato su una terrazza naturale affacciata sulla sponda bergamasca del Lago d'Iseo. L'escursione più panoramica è forse quella che porta sulla cima del monte Creò, che si raggiunge superando 600 metri di dislivello in un paio d'ore di sola salita. La discesa, effettuata sullo stesso percorso, impegna per un'ora e mezza. Per leggere i dettagli cliccate qui: https://dislivellozero.blogspot.com/2017/10/monte-creo-da-fonteno-il-balcone-sul.html.

Controluce su Montisola dalla cresta del monte Creò. Foto di ottobre 2017

L'altra escursione prevede un anello sul versante opposto, salendo sul monte Boario attraverso un rado bosco di latifoglie, prima di arrivare su un largo crestone erboso che regala viste spettacolari. Si cammina per quasi quattro ore, superando 630 metri di dislivello, sviluppati su circa nove chilometri. La relazione e le fotografie sono pubblicate qui: https://dislivellozero.blogspot.com/2024/01/da-fonteno-un-anello-verso-la-cima-del.html.

La Corna dei Trenta Passi dal Monte Boario. Foto di dicembre 2023

SALENDO DA SONGAVAZZO
Il panoramicissimo monte Torrione si può raggiungere anche partendo da Songavazzo, il cui territorio è posizionato tra l'altipiano di Clusone e la Val Borlezza. Dai suggestivi prati di Falecchio si sale in un folto e fioritissimo bosco, percorrendo un'agevole strada agro-silvo-forestale che, in un paio d'ore e 450 metri di dislivello, ci porta alla meta. Per ritornare, si cammina sul medesimo tracciato per un'ora e mezza. Qui foto e descrizione del percorso: https://dislivellozero.blogspot.com/2023/03/aria-di-primavera-sui-crinali-boscosi.html.

Salendo verso la cima del monte Torrione, raggiungibile anche da Songavazzo.

IL LAGO D'ISEO DA FOGAROLO
Percorrendo una bella escursione in partenza dalla località San Lucio (sopra Clusone) è possibile ammirare suggestive visuali sul Sebino e le montagne bresciane. L'anello in questione transita infatti dall'Alpe Fogarolo, dove è impossibile non sostare per una foto al monte Guglielmo che domina il lago dall'alto dai suoi 1957 metri di altezza. Si cammina per più di quattro ore, con un dislivello complessivo che si aggira sui 600 metri. Il link di collegamento è: https://dislivellozero.blogspot.com/2019/05/san-lucio-forcella-larga-fogarolo-san.html.

Monte Guglielmo e Sebino dall'Alpe Fogarolo, sopra Clusone. Foto di maggio 2019

UNA GITA A MONTISOLA
In questo post non poteva mancare una tappa a Montisola, l'isola lacustre più grande dell'Europa meridionale.  Questo piccolo Comune di 1600 abitanti, circondato dalle acque del Sebino, nasconde tesori gastronomici e culturali che meritano ben più di una visita. La passeggiata qui proposta è completamente a dislivello zero, adatta proprio a tutti, ed è solo un piccolo assaggio di quel che si può trovare su questa meravigliosa isola, sulle cui strade è vietato il transito alle auto e le moto sono riservate ai residenti. Questo è il link: https://dislivellozero.blogspot.com/2017/11/da-peschiera-maraglio-sensole-un.html.

Montisola: Arrivo in traghetto a Peschiera Maraglio. Foto di novembre 2017

IL LAGO D'ENDINE DALLE PENDICI DELLO SPARAVERA
Concludo con un'escursione che si affaccia sul Lago d'Endine. Si comincia a camminare partendo dalla località Valpiana, raggiungibile in auto dalla Val Gandino. L'anello proposto è lungo otto chilometri, si supera un dislivello di circa 350 metri, camminando per tre ore e mezza circa. Con cielo limpido è un'escursione panoramicissima ed attraversa un territorio costellato di luoghi epici della Resistenza bergamasca. Maggiori dettagli, anche di carattere storico, sono consultabili cliccando su questo link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/03/da-valpiana-alla-cima-del-monte.html.

Il lago d'Endine dalla cima dello Sparavera. Foto di marzo 2022