In inverno le quattro contrade di Maslana assumono una dimensione magica, ovattata e distante dalle ansie e dalle frenesie quotidiane. Una breve escursione in questa zona consente di tuffarsi in uno spazio senza tempo, dai ritmi antichi, per assaporare storie e ritrovare costumi che si credevano persi per sempre.
Valbondione e Vigna Vaga dal sentiero di salita verso Maslana. |
Giunti alla frazione Pianlivere di Valbondione (970 m), poco prima del spiazzo sterrato funzionale alla teleferica dell'ENEL, si scende a sinistra, seguendo le indicazioni per l'albergo-ristorante "Il Melograno" fino a raggiungere una piazzola dove è possibile parcheggiare (spazio per 4/5 auto). Le indicazioni per raggiungere Maslana sono, da subito, chiare ed evidenti. Il sentiero CAI n. 332 attraversa il fiume Serio e sale con regolarità nel bosco ceduo portando, in circa 40 minuti, alle prime baite del borgo (1.150 m). In caso di nevicate abbondanti è possibile incontrare famiglie di stambecchi che scendono nel bosco in cerca di cibo e di ripari sgombri di neve.
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Stambecco adulto nel bosco di Maslana - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione. |
La prima contrada che si raggiunge è Ca' Polli, le cui abitazioni sono state ricostruite successivamente alla distruzione provocata da un furioso incendio avvenuto nel 1979. E' il borgo più esteso e punto di arrivo della teleferica gestita dai proprietari delle baite di Maslana, indispensabile strumento per portare in quota le merci necessarie alla vita di tutti i giorni.
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Contrada Cà Polli - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione. |
Fra queste case, durante la costruzione della possente diga del Barbellino, venivano depositati anche gli esplosivi necessari ai lavori di demolizione della roccia per l'innesto delle strutture in cemento armato componenti l'invaso artificiale. Gli esplosivi venivano trasportati, esclusivamente a spalla, lungo il sentiero che si inerpicava sino al sito di costruzione della diga. Un'ora e mezzo a piedi per circa seicento metri di dislivello. Molti portatori erano donne. Per tre di queste, il 25 aprile 1919, la salita si è trasformata in tragedia. Dopo essersi caricate sulle spalle le cassette di dinamite, Rosa, Dorotea e Margherita si erano inerpicate sul sentiero che porta al Barbellino. Una delle tre inciampa, facendo esplodere la dinamite trasportata. Una lapide le ricorda lungo il sentiero che, da Maslana, sale ai prati di Masù.
Contrada Piccinella |
Caccia fotografica a Piccinella. |
E' chiamata "Vendòl", denominazione dialettale che, tradotta in italiano significa: "viene giù". L'attraversamento della valletta è fortemente sconsigliato in caso di temporali intensi o di forti nevicate, che più volte, anche nel recente passato, hanno provocato piene improvvise ed imponenti valanghe. Il Vendòl (chiamato anche valle della Picinèla) parte dall'anticima del Pizzo Coca ad una quota di circa 2.780 metri. Il dislivello di 1.600 metri fornisce a frane e valanghe una dirompenza frequente ed impressionante, facilitata anche dall'esposizione a sud della vallata stessa.
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Zoom sul Pinnacolo |
Dopo la contrada Piccinella si può proseguire brevemente per raggiungere, sulla sinistra, l'edificio più originale della zona: una baita costruita sotto un grosso masso erratico. Mentre, sulla destra, un antico ponticello attraversa il Serio per raccordarsi alla strada agro-silvo pastorale che sale all'osservatorio floro-faunistico di Maslana (1.340 m).
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La baita più originale di Maslana - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione. |
Tornati sui nostri passi, dopo aver nuovamente attraversato il Vendòl, all'altezza di una fontana si tiene la destra per raggiungere l'unico edificio della Contrada Ca' Sura, la cui facciata è ornata da una bella ed originale meridiana che sfrutta l'esposizione a mezzogiorno dell'abitato.
Primo sole in arrivo a Contrada Cà Sura |
Proseguendo sulla traccia pianeggiante si arriva nei pressi della Contrada Caffi, composta da quattro fabbricati separati tra loro da uno stretto lastricato. Da questa contrada diparte un sentiero che porta direttamente al rifugio Coca ed alle baite di Masù, un tempo utilizzate come alpeggio estivo. I mandriani residenti nei dintorni percorrevano questa traccia salendo ogni mattina al Pian del Masone per ritornare la sera, coprendo gli oltre 500 metri di dislivello tutti i santi giorni da maggio ad ottobre!
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Contrada Caffi |
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Il piano inclinato che scende dal Pinnacolo - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione. |
Su questo piano inclinato transitava una rudimentale funicolare, adibita al trasporto delle merci, delle attrezzature e del personale addetto alla costruzione della diga. Pare che un viaggio sui vagoncini di questa funicolare fosse un'esperienza da brividi ed assolutamente sconsigliata a chi soffriva di vertigini. Sembra che i nuovi assunti venissero bendati prima di effettuare la prima discesa sul piano inclinato...
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I contrafforti del Pizzo Coca - foto di Giovanni Barbieri, che ringrazio per la concessione. |
A poca distanza dal parcheggio il sentiero alto si congiunge al sentiero basso già percorso all'andata, dando modo di chiudere un anello molto interessante, sia dal punto di vista storico-architettonico che da quello naturalistico.
Cucciolo di stambecco. |
Info tecniche:
Angolo di Contrada Ca' Polli. |
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Evidenza della zona interessata dall'escursione sulla Tavola n. 03 della carta turistica-escursionistica della Provincia di Bergamo. Si ringrazia per la concessione. |