mercoledì 17 dicembre 2025

Da Chignolo d'Oneta al Santuario della Madonna del Frassino; ritorno risalendo la Val Cavrera. Un interessante anello nel cuore della Val del Riso.

🥾 Dislivello: 460 metri           ⌚ Durata: quasi 4 ore          📏Lunghezza: circa 11 km

Enrosadira al monte Alben. Foto scattata poco dopo la partenza.

Un anello inizialmente alla portata di tutti, con splendide sorprese come i cascinali medioevali di Mirarolo e la splendida posizione panoramica del Santuario. Il ritorno, scendendo da Valpiana e risalendo faticosamente la Val Cavrera, assume i contorni di un'avventurosa e gelida traversata, attraverso le spettrali architetture industriali della Laveria, e sempre all'affannosa ricerca di una segnaletica fantasma.

Panorama dal sagrato della parrocchiale di Chignolo d'Oneta.

L'anello parte dalla piazzetta della chiesa di Chignolo d'Oneta, frazione del Comune di Oneta (830 m di quota, poco più di cento abitanti). L'abitato poggia su un pendio che guarda ad est; ad ovest è invece protetto dalle imperiose pareti del monte Alben. Nella parte alta della piazzetta si individua la freccia segnaletica del sentiero CAI n. 526 (direzione Monte Alben), che seguiremo per un breve tratto. Dopo la curva si trova il primo bivio, dove si tiene la sinistra, superando un breve strappo che porta ad alcune cascine con splendida vista sull'Alben.

Breve sosta alla prima cascina.

Poco più avanti, dopo aver costeggiato un'altra cascina, si volta a destra, abbandonando la traccia del CAI 526 e calpestando il sentiero che dovrebbe essere il CAI 526B, di cui però trovereremo solo un'indicazione molto più avanti. Seguiamo quindi la segnaletica indicante il cammino dell'Alta Via delle Grazie, che abbonderà fino al Santuario della Madonna del Frassino. Si scende nel bosco di latifoglie, in prevalenza noccioli e faggi, e trascurando una deviazione a destra che si ferma ad una cascina, proseguiamo in falsopiano, senza apprezzabili dislivelli.

Una finestra panoramica su Grem ed Arera.

A venti minuti dalla partenza incontriamo un bivio segnalato dove si prosegue diritti, in direzione "Frassino". Più avanti si aprono suggestive finestre panoramiche sul monte Grem e sul Pizzo Arera e, proseguendo sulla sterrata, si raggiunge il fondo di una valletta (800 m circa-quaranta minuti dalla partenza), da cui si riprende a salire di quota. Poco oltre si attraversa un'altra valletta, ricca di sorgive, che ci offre le prime fioriture della stagione (ellebori e primule). 

Cascinale medioevale in località Mirarolo.

Ora si procede verso nord e, tra la vegetazione, si ammira una bella vista sulla bassa Valle del Riso ed i pascoli di Barbata. A poco più di un'ora di cammino si raggiunge la località Mirarolo (892 m), che merita assolutamente una visita, per  l'ampiezza del panorama, ma anche per la splendida architettura rurale dei suoi cascinali, risalenti al quattordicesimo secolo (altre informazioni nelle note in fondo al post). 

Mirarolo e monte Alben.

Ripreso il cammino si raggiunge un trivio segnalato dove si sale prendendo a sinistra. Il successivo, situato sulla testata della Valpiana (900 m. circa-un'ora e tre quarti dalla partenza), va tenuto a mente per il ritorno. Si segue la direzione segnata dai bolli blu e, immersi in una splendida faggeta, si giunge rapidamente al Santuario della Madonna del Frassino (945 m-circa due ore dalla partenza), risalente al sedicesimo secolo (maggiori dettagli nelle note in fondo al post).

In secondo piano, il Santuario della Madonna del Frassino.

Notevole il panorama offerto dal poggio su cui è stato edificato il Santuario: verso nord la fanno da padrone Arera e Grem. Ad oriente si sviluppa la Valle del Riso e l'intaglio della Valle Seriana, delimitata dalla cuspide del Pizzo Formico. Sul lato occidentale il sipario naturale è composto dalle irte guglie dell'Alben. Per coloro che sanno accontentarsi, l'escursione potrebbe finire qui, godendosi il ritorno sullo stesso tragitto dell'andata.

Prospettiva sull'Arera dalla terrazza erbosa del Santuario.

Per chi vuole invece un po' di avventura, ritornati al trivio posto sulla testata della Valpiana, si volta a sinistra (direzione Campello-Gorno), imboccando una bella mulattiera delimitata da muretti a secco che, poco dopo, si trasforma in strada cementata, lascia a sinistra la cascina Alpiàna (o Valpiana) e scende decisa, alternando sterrato a cemento. La valletta è molto in ombra e, in inverno, gelida e silenziosa. I nostri passi sono accompagnati soltanto dal mormorio dell'omonimo torrente, che nasce direttamente dai più alti dirupi dell'Alben. 

Il torrente Valpiana.

A mezz'ora dal Santuario, si giunge nei pressi di un'area di sosta, con alcune panchine. Seminascosto, in un angolo a sinistra, compare la torre dell'ex Pozzo Zay, una galleria a ventilazione costruita agli inizi del secolo scorso, facente parte dell'archeologia mineraria per cui è nota la Valle del Riso. Proseguendo la discesa, si guada un affluente del torrente Valpiana raggiungendo, poco dopo, il tornante di una strada comunale. Tenendo la destra si nota una consunta freccia in legno indicante la direzione da seguire per raggiungere Chignolo. Siamo sulla strada giusta.

La torre dell'ex Pozzo Zay.

Continuando a costeggiare il torrente, che rimane alla nostra destra, superiamo un'altra opera mineraria. La strada torna ad essere sterrata e raggiungiamo un altro rudere (su alcune carte è citato come Silos Boseret). L'ambiente circostante è spettrale. La vegetazione ed il terreno sono completamente brinati. Qui, probabilmente, in questa stagione non si vede mai il sole. 


Il Silos Boseret preso oltre il guado che NON deve essere attraversato.
Il sentiero giusto corre lungo la sponda opposta.

Lasciato alle spalle l'ultimo rudere, lo sterrato scende verso un guado, che però NON deve essere attraversato. Poco prima una freccia in legno, nascosta alla vista da un grosso arbusto, segnala che, per raggiungere Chignolo d'Oneta, si deve percorrere un sentiero che sfiora il lato sinistro del torrente. La traccia pianeggia sulla sponda per un centinaio di metri fino a raggiungere un ponte, denominato "Ponte della Cavrera" (610 m circa-tre quarti d'ora dal Santuario). Superatolo, si fanno pochi passi e, al primo bivio (purtroppo non segnalato), si abbandona la traccia che sembra continuare in piano costeggiando il torrente, e si tiene la destra, cominciando a risalire la valletta.

Il Ponte della Cavrera.

La traccia è esile ma abbastanza evidente. Sale con buona pendenza arrivando a passare sotto una piccola condotta forzata e superando un difficoltoso tratto dove bisogna scavalcare alcuni alberi e grossi tronchi divelti dal maltempo. Più sopra il sentiero si trasforma in mulattiera, composta da un antico acciotolato gradinato. Probabilmente, nei secoli, venne calpestato dai minatori residenti a Bondo, Barbata e Chignolo e che lo utilizzavano per raggiungere il sito minerario appena superato.

Zoom sulla Presolana da Chignolo d'Oneta.

Dopo quasi un'ora di estenuante salita a tornanti, pestando milioni di foglie secche e senza mai sentire il sia pur tiepido sole di dicembre sulle spalle, un piccolo castagneto ci annuncia che siamo vicini alla civiltà. Poco sopra, tra la vegetazione sbuca il profilo di una cascina e la traccia ci deposita sullo sterrato che la unisce a Chignolo d'Oneta. Si gira a sinistra e, con un'ultima, leggera salita si arriva ad una curva destrorsa, oltre la quale sbuca il campanile della chiesa parrocchiale ed il piccolo borgo. Il ritorno ci ha impegnato per quasi due ore.

Primi Ellebori neri nel bosco nei pressi di Ronco.

Note tecniche ed altre informazioni:

Data dell'escursione: 14-12-2025. Cielo sereno,tempo bello e stabile.
Punto di partenza dell'escursione: Piccolo parcheggio (5/6 stalli) nella piccola piazzetta adiacente la chiesa parrocchiale di Chignolo d'Oneta, in Val del Riso. Dal centro di Bergamo dista circa 35 km, percorribili in circa 45 minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana per circa 28 chilometri. Superato il ponte del Costone e prima di raggiungere Ponte Nossa, si gira a sinistra in direzione di Gorno, Colle di Zambla. Si sale lungo la Val del Riso per un paio di chilometri, fino ad incontrare la deviazione per la nostra meta, segnalata a sinistra. Si entra nella frazione Riso per imboccare una strada che, con una decina di  tornanti, raggiungere Chignolo d'Oneta. Se il piccolo parcheggio fosse pieno, all'inizio del paese si trova, sulla destra, un parcheggio più ampio. 
Dislivello e lunghezza dell'itinerario: 460 metri di dislivello per una lunghezza complessiva di undici chilometri.
Durata: L'itinerario qui descritto impegna per quasi 4 ore, escluse le soste. 

Panorama dai prati di Miradolo: sulla sinistra la strada che sale al Colle di Zambla.

Località Mirarolo: I cascinali di Mirarolo risalgono al tardo medioevo e conservano le caratteristiche peculiari dell'architettura rustica bergamasca. I prati che li circondano vennero sottratti al bosco con un duro lavoro di dissodamento durato secoli, per ricavarne piccole coltivazioni di frumento, avena, lino e canapa. Dal diciassettesimo secolo si attivarono anche coltivi di granturco (melgòt), patate ed alberi da frutto. Dal bosco circostante i contadini ricavavano la legna da costruzione e per il riscaldamento, anche tramite la sua trasformazione in carbone da legna.
Il Santuario della Madonna del Frassino: Chi fosse interessato a maggiori informazioni sul Santuario può consultare il sito del Comune di Oneta, con particolare riferimento alla relazione contenuta nel relativo allegato in pdf. Questo il link: https://comune.oneta.bg.it/luoghi/2964109/santuario-madonna-frassino. 
Colgo l'occasione per ringraziare la proprietaria della cascina posta sul piccolo colletto di fronte all'edificio religioso, che mi ha concesso di entrare nella sua proprietà per scattare alcune foto. Invito tutti, in caso di assenza dei proprietari, a non invadere la proprietà privata senza permesso.

Dal colle a lato del Santuario, un sguardo sulla Val del Riso.
Sullo sfondo il Pizzo Formico.

Altre escursioni in zona: In questo blog potete trovare alcune escursioni effettuate sulle pendici o nelle vicinanze della Valle del Riso. Per esplorare i colli tra Bondo e Barbata sono disponibili queste due escursioni:
Sul versante tra Gorno ed il Colle di Zambla, trovate invece le seguenti due proposte:
Cartografia: Carta dei sentieri dell'Alpe Arera, curata dall'Associazione Culturale Ultra Collem e Oltre il Colle.com. Realizzazione cartografica: Ingenia sas, scala 1:15.000. Costo 7,00 (sette)  €.

Vista del Colle di Zambla (al centro). A sinistra il Santuario della Madonna del Frassino 


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