sabato 28 dicembre 2024

Le mille e una escursione nell'altipiano di Clusone.


Colle di Crosio con i monti Vaccaro e Secco, dalla piana di Clusone-foto di marzo 2024.

L'altipiano di Clusone è adatto ad ogni tipo di escursione, dalle semplici passeggiate alle escursioni che richiedono una certa gamba per superare dislivelli anche significativi. E' un territorio vasto, ben soleggiato anche in inverno ed ha la particolarità di non essere mai stato toccato da sconvolgimenti atmosferici o dissesti ambientali. 

La Presolana fa da sfondo al Pianone-foto di aprile 2019

PASSEGGIARE NELLA PINETA E SULLA PIANA DI  CLUSONE
La piana, nella quale è possibile effettuare passeggiate adatte anche alle famiglie con bambini, è circondata da colli arrotondati e da terrazzi gradinati, risultato della sedimentazione dei detriti morenici depositati dai ghiacciai nel corso dei millenni. A sud è delimitata dalla Selva, una folta pineta composta prevalentemente da pini selvatici, abeti rossi e frassini. Un freschissimo polmone verde che accompagna la storia millenaria di Clusone almeno dall'alto medioevo. Un documento storico conservato negli archivi della Biblioteca Maj di Bergamo Alta ne certifica la presenza già nel 1303.

La ciclopedonale che attraversa la pineta di Clusone-foto di luglio 2018

Lungo la strada che conduce all'Ospedale di Piario si trovano due parcheggi. Quello di sinistra è a servizio di un percorso vita ad anello, in gran parte ombreggiato da alti pini, corredato da pannelli didattici sulla composizione della pineta stessa. Dal parcheggio di destra partono invece alcuni sentieri che si collegano con la ciclabile proveniente da Ponte Selva e che consentono di raggiungere il Parco Avventura o di superare la provinciale, bypassandola con un ponte pedonale, ed arrivare in località Busgarina, sul lato orientale della Piana di Clusone.

Asini al pascolo nella piana di Clusone-foto di novembre 2024

In questo blog potete trovare la descrizione di una passeggiata nella Selva. Il link di collegamento è: https://dislivellozero.blogspot.com/2017/08/due-passi-nella-selva-di-clusone-tra.html.
Chi vuole invece passeggiare quietamente tra i coltivi dell'Altipiano, può consultare questa proposta di passeggiata a dislivello zero: https://dislivellozero.blogspot.com/2017/12/a-caccia-di-sole-nella-piana-di-clusone.html.

 I pascoli del Lirù dopo le abbondanti piogge di novembre 2024.

Camminando nella piana è inevitabile essere attratti dalla cima del Colle Crosio, sulla cui cima, posta a 720 m. di quota,è ben visibile la chiesetta della Trinità. Nel periodo della peste manzoniana, l'edificio sacro venne utilizzato come luogo di quarantena per i soldati di Clusone che tornavano a casa. E' possibile raggiungere la cima al Colle Crosio tramite un sentiero che parte dietro il supermercato CONAD. Ripidi strappi nel bosco superano il centinaio di metri di dislivello che la dividono dalla piana. Necessarie scarpe idonee a sentieri di montagna.

La vetta del Colle Crosio sullo sfondo dell'Alben-foto di dicembre 2024

ITINERARI SUI COLLI AD OCCIDENTE DI CLUSONE
I versanti occidentali del borgo baradello sono soleggiatissimi. Non per niente uno dei colli che lo delimitano è il Col Gratì, così denominato perchè il suo microclima consentiva, nel passato remoto, la coltivazione della vite. Gratì, infatti, definisce il sapore del tipico del vino bollito con i grappoli, o raspi, dell'uva.

Colli e montagne ad occidente di Clusone, visti da San Lucio-foto di novembre 2023

La posizione particolarmente soliva ha consentito di edificare, sotto il Monte Simèr, il nucleo più antico di Clusone. I primi a risiedervi furono i Romani, che sfruttarono le naturali protezioni delle cime per coprirsi le spalle e consentivano di evitare i venti freddi che scendevano dalla Presolana e colpivano il lato opposto dell'altipiano. Il dettaglio di un'escursione, che parte dal centro storico di Clusone, raggiunge il Simèr per proseguire fino al Blum, è pubblicato in questo blog al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/11/un-anello-da-clusone-alla-conquista.html.

Il Sapèl Né ed il monte Secco dalla piana di Clusone-foto di novembre 2024.

Poco più a sud si trova invece la piramide erbosa del Sapèl Né, che divide la Piana di Clusone dal piccolo borgo di Piario. Dalla cima si gode un panorama meraviglioso, che merita la fatica della salita. In questo blog trovate il dettaglio dell'escursione che la raggiunge con partenza dal cimitero di Piario: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/da-piario-alla-vetta-del.html.

Ai Prati Mini-foto di aprile 2022

Ai piedi del versante occidentale del Sapel Nè si trova invece una serie di coltivi, con le rispettive cascine, che offrono un ambiente bucolico in cui si possono effettuare semplici ma gratificanti passeggiate. Siamo nella zona dei prati Mini, vicini al centro di atletica leggera, e questo è il dettaglio della relativa passeggiata: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/04/lanello-dei-prati-mini-di-clusone-una.html.
Lavori in corso al parco del monte Polenta-foto di dicembre 2024.

Tra i colli che chiudono il versante occidentale della piana di Clusone bisogna citare il Castello, o Castelì, perchè somiglia ad una catasta di legna o castél, per l'antico gergo contadino. Oggi tutti lo chiamano monte Polenta, perchè... basta guardarlo. Prima che si realizzasse qualsiasi impianto sciistico in zona, i declivi di questo placito panettone accolsero le prime scivolate sulla neve, compiute prevalentemente con le slitte ed i primi, lunghissimi e rudimentali, sci di legno grezzo. Alla fine del secolo scorso il versante meridionale del monte Polenta è stato parzialmente asportato per fare posto alla variante stradale che porta in Val Borlezza. In tempi recenti si sta realizzando un largo sentiero pavimentato ed attrezzato che sale a spirale fino alla suo sommità, da dove si potrà godere una vista a 360° sul territorio di Clusone. La spesa per questo tracciato si aggirerà sui 200.000 euro.

Vacche Highlander nei pascoli del Lirù-foto di novembre 2024.

ITINERARI SUI COLLI AD ORIENTE DI CLUSONE
Sul lato opposto della Piana, a lato dei coltivi del Lirù, del Ger, della Spessa e della Lama, si ergono una serie di terrazzi gradonati che si possono raggiungere percorrendo stradine asfaltate o sterrate a bassissima intensità di traffico. Quelle in piano sono frequentate dai residenti, da ciclisti e pedoni, in cerca di passeggiate tranquille e rigeneranti. Sui terrazzi dominano antiche case rurali, in parte ristrutturate, e qualche roccolo. Vale la pena affrontare le brevi salite che ne raggiungono l'apice, per scoprire angoli e visuali insolite e particolari.

Un terrazzo gradinato sopra via Lama-foto di aprile 2017.

Al limite della Piana, ai piedi della Spessa, si erge il verdissimo Colle Beur, così chiamato per la sua forma a pan di burro. A suo tempo era zona per l'uccellagione, lasciando a ricordo numerosi roccoli, in gran parte ristrutturati. Ora è terra di funghi. Le sue pendici sono percorse da una strada a pagamento che sale fino a San Lucio, mentre uno sterrato che si trasforma in traccia raggiunge la cima del Beur dal Campeggio Pineta. 

 Il sentiero che, da San Lucio, sale al Pianone-foto di aprile 2019

Gli escursionisti che prediligono i sentieri ben segnalati, all'inizio della strada a pagamento trovano un piccolo parcheggio dove parte il nuovo percorso ciclo-pedonale che, superando circa 400 metri di dislivello, porta al Rifugio San Lucio. Un tempo era l'antica mulattiera del Disiòl, spesso percorsa da slitte cariche di legna, fogliame e strame per il bestiame. Chi ha gambe e polmoni idonei, può optare anche per la direttissima, un tempo chiamato sentiero Sucù, che si inerpica in verticale nel bosco.  Maggiori informazioni su questo sito: https://viebike.visitclusone.it.

La chiesetta di San Lucio-foto di agosto 2023.

Dal parcheggio di San Lucio, partono invece diverse escursioni che percorrono i declivi del monte per eccellenza dei clusonesi, che si estende fino alla vetta del Formico ed ai crinali del Fogarolo. In questo blog si suggeriscono due tracciati ad anello. Il primo raggiunge la zona del Fogarolo passando dalla Forcella Larga. Il rientro avviene attraversando i prati di Pendesa e del Pianone. Il link di collegamento è: https://dislivellozero.blogspot.com/2019/05/san-lucio-forcella-larga-fogarolo-san.html.

La cima del Pizzo Formico dai prati del Pianone-foto di novembre 2023

La seconda proposta di escursione raggiunge la vetta del panoramicissimo Pizzo Formico. La discesa prevede una deviazione che porta nel fitto bosco della Baita delle Ortiche e del Fontanino del Vendol. Il dettaglio è reperibile qui: https://dislivellozero.blogspot.com/2023/08/da-san-lucio-alla-panoramica-cima-del.html.

Il Pianone e la catena delle Orobie dal sentiero di salita al Formico-agosto 2023

La località di San Lucio merita due note storiche: venne così denominata in seguito alla edificazione dell'omonima chiesetta, dedicata al santo protettore dei mandriani e dei caseificatori.  Durante l'epidemia di peste del 1630, venne utilizzata come rifugio dai proprietari di poderi e casali dei dintorni. Dall'omonimo rifugio si può ammirare uno dei più bei panorami dell'altipiano, dominato dalla massiccia mole della Presolana. Nei dintorni della chiesetta parte anche una traccia ben segnalata che, attraversando una splendida abetaia, raggiunge gli ampi pascoli ondulati della zona del Pianone. Una gradevole passeggiata di 200 metri di dislivello che porta ad ammirare la bella cuspide del Pizzo Formico.

Una stradetta ad uso agricolo al confine con Rovetta-foto di marzo 2019

Altre note:

Raggiungere l'Altipiano di Clusone: Clusone dista circa 35 km dal centro di Bergamo, percorribili in una quarantina di minuti. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si volta a destra, salendo i tornanti in direzione di Clusone. Si supera la rotonda per l'ospedale di Piario e subito si entra nella vasta piana. Alla successiva rotonda si gira a destra per andare verso il centro del borgo baradello. Invece, per andare a San Lucio si procede diritti per qualche centinaio di metri, trovando la relativa deviazione, ben segnalata sulla destra.

La Presolana dai pascoli di San Lorenzo-foto di ottobre 2020.


Bibliografia: Dal volume: Clusone-itinerari tra colli e terrazzi, oggi e ieri / testi e foto di Nicola Morali, editrice Ferrari ho raccolto una serie di notizie storiche e geografiche che hanno arricchito questo post. Il volume  è stato stampato nell'ottobre 2003 ed è disponibile nelle biblioteche di Clusone, Castione della Presolana e Rovetta. Per chi è interessato ad altri itinerari escursionistici in zona, consiglio la guida intitolata: CLUSONE & CASTIONE-l'altipiano della Presolana per tutte le stagioni, realizzato da Alessandra e Anna Chiara Merisio, Lyasis Edizioni, stampato ad aprile 2023, 15 €.

Ai Prati Mini-foto di novembre 2024.


Carte escursionistiche:  La cartina escursionistica più aggiornata per questa zona è quella realizzata dalle Edizioni Canova, dal titolo: ALTA VALLE SERIANA-VAL DI SCALVE in scala 1:40.000. Una cartina dei sentieri della zona che gravita attorno a San Lucio è invece  disponibile gratuitamente al Rifugio San Lucio ed all'Infopoint di Clusone, in Piazza Orologio 21.

La chiesetta dei morti nuovi a Fiorine-foto di luglio 2018





mercoledì 13 novembre 2024

LIZZOLA: camminando tra i segni del tempo, sui passi di minatori, carbonai, contadini e malgari.

 
Lizzola, Redorta e Coca-foto di agosto 2022

Fino al 1959 si poteva raggiungere Lizzola (1250 m) soltanto a piedi o a dorso di mulo. Un sentiero partiva dalla chiesetta di Santa Elisabetta, attraversando le abitazioni più antiche di Bondione (870 m circa). Di questa traccia esiste una variante che, partendo dal Campeggio, risale la sinistra idrografica del vivace torrente.  Altrimenti si poteva utilizzare la vecchia mulattiera che, a tratti, taglia i tornanti della carrozzabile o, infine, si saliva dall'attuale sentiero che sale tuttora al Rifugio Curò, prendendo la deviazione per Valbona e risalendo la traccia che, nel passato, veniva utilizzata dai minatori per arrivare a sfruttare le vene metallifere del monte Pomnolo. 


Baite di Valbona dal sentiero che porta a Lizzola-foto di giugno 2023.


Poi venne costruita la strada che allacciava la frazione al fondovalle ed i suoi 500 abitanti di allora) non furono più isolati dal mondo. Oggi Lizzola rappresenta un piccolo paradiso per gli escursionisti. In particolare per coloro che amano camminare nella natura cercando i segni del tempo, lasciati dalle fatiche quotidiane dei nostri antenati, che hanno vissuto tra queste montagne nel corso dei millenni, cercando di sfruttarne le risorse per una vita che non fosse soltanto di mera sussistenza.


Lizzola e la valle del torrente Bondione, viste dalle baite di Redorta-foto di maggio 2023.


RAGGIUNGERE LIZZOLA DAL FONDOVALLE CON UN GIRO AD ANELLO

Il borgo non è solo un punto di partenza. L'escursione ad anello che, partendo da Bondione, calpesta le tracce lasciate da carbonai e minatori, offre spunti molti interessanti. In questo blog trovate il dettaglio di una camminata (https://dislivellozero.blogspot.com/2023/06/un-anello-da-valbondione-lizzola-per.html) che tocca le baite di Valbona (1300 m circa), raggiunge Lizzola e scende dal ripido sentiero che costeggia lo spumeggiante torrente Bondione.

Le Piane di Lizzola, viste da nord-foto di settembre 2022.


ALLE PIANE DI LIZZOLA

Dal punto più alto del paese (quartiere di Valletera) si cammina per raggiungere in breve le Piane di Lizzola, uno spettacolare angolo naturalistico circondato da incredibili panorami. In questo ambiente la storia quotidiana ha scritto pagine epiche e tragiche al tempo stesso. In seguito alla terribile pestilenza "manzoniana" del 1630, i superstiti di Lizzola (non più di 40 persone), abbandonarono il borgo ricostruendo le proprie case in fondo alle Piane, in località Campolì, così chiamata perchè anticamente vi si coltivava il lino.


Le Piane di Lizzola, in fondo alle quali venne edificato Campolì-foto di settembre 2022


In breve si formò un piccolo paese con tanto di chiesa e cimitero, mentre più a valle si coltivavano i primi campi di patate e si costruivano le stalle per le bestie. Fino a quando, durante un nevosissimo inverno, dalla valle del Crostaro scese una grossa valanga che distrusse il piccolo paese del Campolì seppellendo case, chiesa e campanile. Molte persone rimasero uccise e solo in tarda estate fu possibile recuperare le loro salme. Pare che ancora oggi si senta ancora il mesto suono delle campane sepolte assieme alla chiesa... Una tranquilla passeggiata sulle Piane viene descritta in questo blog. Il link è il seguente: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/09/alle-piane-di-lizzola-una-breve-e.html.


Pizzi Poris, Diavolo e Diavolino dalle Stalle del Tuf-foto di settembre 2022.

LE MINIERE ED IL PASSO DELLA MANINA

Le valanghe rappresentarono una tragica costante nella storia di Lizzola. Il 5 gennaio 1954 quattordici uomini furono travolti nel corso di una traversata, effettuata poco sotto la cresta del monte Flesio. Sette di essi si salvarono a stento. Le salme degli altri sette furono recuperate il giugno successivo, dopo lo scioglimento della neve. Morti e superstiti erano minatori, addetti a scavare nelle miniere della Manina che, nei secoli scorsi, era considerato il complesso minerario più importante della Lombardia. E per gli abitanti di Lizzola lo era ancora di più: nel 1938, esclusi una decina di emigrati in Francia, tutti gli uomini del paese lavoravano, maneggiando picconi e dinamite, in queste cavità.


Il passo della Manina-foto di agosto 2022.


Nel medioevo Lizzola dipendeva dalla pieve di Vilminore. I suoi morti dovevano quindi trovare sepoltura in Val di Scalve, trasportandoli a spalle dal sentiero che transitava dal passo della Manina. Nel periodo invernale la neve ne rendeva inaccessibile il valico. I defunti venivano pertanto  rinchiusi nelle loro bare, che restavano appese alle travi del tetto in attesa della primavera. Soltanto dopo il distacco amministrativo dalla Val di Scalve, avvenuto nel sedicesimo secolo, fu possibile utilizzare il cimitero di Bondione. 


Il punto di partenza del sentiero che porta alla Manina-foto di agosto 2022.


Un'escursione di un certo impegno (quattro ore di cammino, a superare 800 metri di dislivello) viene descritta in questo post. Percorrendo le tracce più volte calpestate nel corso dei secoli da minatori e malgari, l'itinerario parte da Lizzola e sale ai 1800 metri del Passo della Manina. Si percorre poi un tratto del Sentiero delle Orobie, abbandonandolo per raggiungere il Rifugio Mirtillo (1950 m). La discesa avviene lungo le piste da sci. Il dettaglio di questo itinerario è recuperabile a questo link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/08/da-lizzola-unescursione-circolare-per.html.


Le piane di Lizzola ed i monti Pomnolo e Cimone dal sentiero
 che porta alla Manina-foto di agosto 2022.


GLI IMPIANTI SCIISTICI

La carrozzabile realizzata nel 1959, che permise di raggiungere Lizzola con l'automobile ed i mezzi pubblici, rappresentò un evento importante per il borgo e l'Alta Valle Seriana. Soprattutto perchè, negli anni immediatamente successivi, vennero realizzati i primi impianti di risalita. Nel 1963 Lizzola contava circa 500 abitanti. Ogni domenica invernale triplicava la popolazione. L'Eco di Bergamo scriveva articoli entusiastici, confrontando ..."gli anni di vita grama (degli anni '50), in case inospitali e malsicure per i carichi a volte ingentissimi di neve. Con poche patate per sfamare i figli e rare caprette a tenue speranza di un domani meno stentato. La gente in età di lavoro logorata dalla miniera era per il 50% affetta da silicosi..." 


La zona degli impianti vista dalle baite di Redorta-foto di maggio 2023

"...La strada risolve questa situazione, potendo quindi sfruttare a livello turistico l'enorme potenzialità della zona in campo sciistico. Si grida al miracolo. Al turismo invernale si aggiunge quello estivo, si costruiscono villette.... Si ipotizza la realizzazione, a breve scadenza, della strada di congiunzione con la Val di Scalve, attraverso il valico della Manina... Nell'inverno del 1965 Lizzola è talmente recettiva che i suoi alberghi sono sempre saturi ed i turisti alloggiano in quelli di Valbondione, esaurendoli in poco tempo. Le magnifiche piste sono servite da ben quattro impianti, tutti funzionanti a pieno ritmo. La ricettività alberghiera non riesce a soddisfare tutte le richieste di alloggio..." 


Gli impianti di Lizzola scendendo dallo Sponda Vaga-foto di agosto 2024.

Poi la concorrenza con altre realtà turistiche invernali più attrezzate e "di tendenza"  ha ridimensionato le aspettative di sessant'anni fa. quando l'idea era quella, grazie all'impulso degli impianti di risalita, di rilanciare l'economia della Valle e ripopolare il piccolo borgo. Purtroppo, dai 500 abitanti del 1963, nonostante lo sci, la popolazione di Lizzola è precipitata a poco più di 100 unità, la metà esatta di quelli contati da Maironi da Ponte nel lontanissimo anno 1820, quando scrisse nel suo Dizionario Odeporico, che Lizzola ...si vede tutto a prati e pascoli, eccettuati alcuni tratti coltivati a patate, le quali vi prosperano assai; ed impedirono nei trascorsi ultimi due anni, che nessuno vi perisse di fame, caso terribile occorsovi antecedentemente più di una fiata (definizione arcaica intesa come "una volta", in senso temporale).


Il rifugio Mirtillo ed il Pizzo Coca-foto di agosto 2024.

Utilizzando gli impianti che portano fino al Rifugio Mirtillo, si può effettuare una placida camminata in un'area naturalistica di rilevante valenza ambientale, con soli 150 metri di dislivello, impiegando circa un'ora e mezzo. Il dettaglio è a questo link: https://dislivellozero.blogspot.com/2024/08/il-rifugio-mirtillo-la-cima-di-sponda.html



Lizzola-foto di giugno 2023.


Altre note:

Raggiungere Lizzola: Il borgo è una frazione di Valbondione e dista circa 58 km dal centro di Bergamo, percorribili in un'ora e dieci minuti d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione.   All'ingresso di quest'ultimo paese si tiene la destra, si supera il centro e si percorre la S.P. 49 che, con sei tornanti e cinque chilometri, raggiunge Lizzola. 


 Alla Baita dell'Asta Bassa-foto di agosto 2022.


Bibliografia: Lo spunto per questo post è venuto dalla lettura del volume intitolato: LIZZOLA, dalla Repubblica di Scalve ad oggi, realizzato da Felice Bellini e Walter Pinessi con il patrocinio del Comune di Valbondione e della Contrada di Lizzola Alta – stampato nel luglio 1994. Il volume è disponibile nelle biblioteche della zona. Utilizzando la Rete Bibliotecaria Bergamasca (https://www.rbbg.it) può essere richiesto in prestito e consegnato nella biblioteca più vicina al domicilio degli interessati.

Il rifugio Case Rosse e le ex-baracche dei minatori-foto di agosto 2023.

Carte escursionistiche: L'area escursionistica che circonda Lizzola viene ben evidenziata in due recenti carte escursionistiche realizzate dalla sezione CAI di Bergamo, in scala 1:25.000. La prima è quella che copre tutto il territorio attraversato dal Sentiero delle Orobie orientali. La seconda è un aggiornata carta escursionistica della Val di Scalve. Entrambe sono in vendita nelle librerie specializzate di Bergamo e dell'Alta Valle e alla sede CAI di Bergamo, tel. 035 4175475,   https://www.caibergamo.it. 


Sul sentiero tra Valbona e Lizzola. Sullo sfondo il Vigna Soliva-foto di giugno 2023.





lunedì 14 ottobre 2024

Tre percorsi diversi per raggiungere Colle Palazzo ed i suoi pascoli, tra i più panoramici e "produttivi" della Valzurio.

Il Monte Secco e la Valcanale dai pascoli di Colle Palazzo
(foto di novembre 2023)

La Valzurio è un libro aperto sulla storia rurale ed economica dell'Alta Valle Seriana. Un volume illustrato da immagini spettacolari ed un racconto molto intimistico, perchè si parla di lavoro, di lotta per la sopravvivenza e poco altro. Oggi gli escursionisti la frequentano, restando spesso incantati da questa che definiscono come "area incontaminata". In realtà i pascoli, i boschi, i prati e persino le rocce della Valzurio risentono di un intervento antropico vecchio di secoli, se non di millenni.

Arrivo a Colle Palazzo salendo da Valzurio (foto di giugno 2018)

I sentieri, che oggi vengono percorsi durante le gite domenicali, nel passato erano calpestati da malgari, boscaioli, contadini, pastori, carbonai e produttori di calce. Senza scordare i minatori che salivano a scavare le vene di barite poste ai piedi del monte Ferrante e della Presolana. 

Colori d'autunno a Colle Palazzo (foto di novembre 2023)

Anche se remota, la Valzurio consentiva un accesso agevole dal fondovalle, offrendo risorse forestali e di pascolo non indifferenti. La zona più sfruttata, sin dal tardo Medioevo, era Colle Palazzo. Posto a 1300 metri di quota, questo grumo di edifici rurali era al centro di importanti direttrici di traffico commerciale, al punto da farne sede di importanti mercati, dove si trattavano lane, formaggi, bestiame ed altre merci legate all'indotto dei mestieri di pastore e malgaro. 

La prima cascina salendo da Ave. Sullo sfondo il Monte Redondo.
(foto di ottobre 2022)

Qui si incrociavano per affari, pastori, bergamini e commercianti scalvini e della Val Camonica, che vi giungevano dal facile valico del Colle Blum. Altri invece arrivavano da Valtellina e Valle Brembana, scendendo dalla Valcanale e risalendo da Ardesio ed Ave. Gli edifici tuttora presenti in Colle Palazzo mantengono una solida struttura dalle caratteristiche medioevali. 

Il piccolo borgo con la chiesetta di San Giacomo Apostolo. 
(foto di novembre 2023)

L'unico edificio scomparso è probabilmente quello che ha dato il nome alla località, anche se alcuni ipotizzano che il "Palazzo" fosse il grosso edificio tuttora utilizzato da un'azienda agricola posta negli immediati pressi della chiesetta dedicata a San Giacomo Apostolo. Poco pù a nord si trova una gigantesca dolina, forse la più grande di questo territorio caratterizzato da questi fenomeni carsici.

Uno sguardo verso i monti della Valgoglio. (foto di novembre 2023)

La fantasia popolare è convinta che il "Palazzo" insistesse su questa dolina e che, in una notte di tregenda, sia stato inghiottito e trascinato nelle viscere dell'inferno, in seguito ai comportamenti licenziosi e depravati dei suoi abitanti. Ancora nel secolo scorso, i bambini della Valzurio si tenevano alla larga da questa e dalle altre doline del Colle, nel timore di essere trascinati e portati via dal demonio.

I pascoli "custoditi" dal Monte Timogno (foto di ottobre 2022).

La particolare condizione climatica di questa zona, consente il caricamento dei pascoli per molti mesi all'anno. Fino a pochi anni fa, alcuni allevatori stanziavano il bestiame per otto-nove mesi consecutivi. E' un'area molto suggestiva, che merita una visita, anche solo per gli incredibili panorami sulle principali vette delle Orobie bergamasche: dalle dolomiti della Valcanale alle cime della Valgoglio; dall'imponente triangolo erboso del Timogno al poderoso monte Redondo. Nelle note successive, si suggeriscono tre escursioni che partono da punti diversi.

Splendida cascina a Case Campello. (foto di novembre 2023)

Note tecniche e culturali:

Raggiungere Colle Palazzo...: I pascoli di Colle Palazzo (1300 metri di quota) si raggiungono soltanto a piedi, Di seguito descrivo tre diverse possibilità per arrivarci:
...da Valzurio: Valzurio è una frazione di Oltressenda Alta, Comune sito in Alta Valle Seriana.  Dal centro di Bergamo dista circa 42 km, percorribili in poco meno di un'ora. Al bivio di Ponte Selva si prosegue per Valbondione, girando poi a destra verso Villa d'Ogna. Si prosegue quindi per sette chilometri, seguendo le indicazioni per Nasolino (sede del Municipio di Oltressenda Alta), dove la strada si restringe per raggiungere il piccolo borgo. 
Quale escursione si può fare? Si può effettuare un anello percorribile in circa 5 ore (quasi 2 ore per salire da Valzurio a Colle Palazzo; un'ora e mezza da qui per raggiungere le Baite del Moschel, un'ultima ora per ritornare a Valzurio). Il dislivello complessivo si aggira tra i 700 e gli 800 metri. Foto e dettagli dell'escursione si trovano in questo blog, al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2018/06/lanello-della-valzuriouna-rara-armonia.html.

La "Penzana dol Zanarì" (foto di giugno 2018)

...da Piazzolo di Ardesio: il borgo medioevale di Piazzolo dista circa 40 km dal centro di Bergamo, percorribili in cinquanta minuti d'auto.   Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si tiene la sinistra, seguendo le indicazioni per Valbondione. Si superano la prima uscita e l'abitato di Ardesio, arrivando fino alla località Ponte Seghe dove si prende a destra via Leonardo da Vinci, che porta verso il centro di Ardesio. Superato il complesso scolastico ed il largo Alessandro Volta,  si individuano le indicazioni per Piazzolo- Il borgo si raggiunge percorrendo una stretta strada che sale fra i declivi per circa un chilometro. Poco prima della frazione si trova il parcheggio pubblico sulla sinistra, di fronte ad una decina di box di proprietà dei residenti di Piazzolo.
Quale escursione si può fare? Si può effettuare un anello percorribile in 3 ore abbondanti, percorrendo nove chilometri. Il dislivello complessivo supera i 600 metri. Foto e dettagli della escursione si trovano in questo blog, al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2022/10/un-anello-tra-piazzolo-ave-di-ardesio-e.html.

Prima immagine dei pascoli, salendo da Colle Bricconi
(foto di novembre 2023)

...da Contrada Bricconi: la suggestiva Contrada Bricconi, frazione di Oltressenda Alta, dista circa 40 km dal centro di Bergamo, percorribili in poco più di tre quarti d'ora d'auto. Dalla città si percorre la statale 671 della Val Seriana fino al bivio di Ponte Nossa, dove si procede diritto, seguendo le indicazioni per Valbondione. A circa 4 km dal precedente bivio, si volta a destra, in direzione del centro di Villa d'Ogna. Superata la piazza del Municipio, si procede per un centinaio di metri, voltando a sinistra in via IV Novembre. Si costeggia la chiesa di Ogna e si volta a destra in direzione di Nasolino. Saliti tre tornanti si attraversa quest'ultimo borgo. Si prende via Presolana, arrivando al bivio con le indicazioni (frecce in legno) per Contrada Bricconi. Si sale per via Dossi (che Google Maps chiama via Plasso) e, in meno di un chilometro, si giunge al parcheggio di partenza dell'escursione.
Quale escursione si può fare? Si sale ai pascoli di Colle Palazzo ed al successivo borgo di Case Campello superando un dislivello di 650 per un totale di circa 10 km fra andata e ritorno. Si cammina  complessivamente per 4 ore. Foto e dettagli della escursione si trovano in questo blog, al seguente link: https://dislivellozero.blogspot.com/2023/11/da-contrada-bricconi-colle-palazzo-ed.html.

Il pascolo di Case Campello (foto di novembre 2023).

Cartografia: L'unica mappa in grado di offrire una visione d'insieme della zona di Colle Palazzo è la  Cartina escursionistica Alta Valle Seriana - Val di Scalve realizzata, in scala 1:40.000, dalle Edizioni Canova di Clusone. Nella mappa mancano alcuni sentieri, tra cui il tratto del sentiero delle Orobie Orientali che, da Colle Palazzo rientra a Piazzolo di Ardesio. La cartina è in vendita nelle librerie dell'Alta Val Seriana al costo di 11 €.

L'Oratorio di San Giacomo Apostolo a Colle Palazzo,
 risalente al XV secolo (foto di novembre 2023).